Recensione a “Tramontata è la luna” romanzo di Alessandra Burzacchini

“TRAMONTATA È LA LUNA” romanzo di Alessandra Burzacchini

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Durante una visita di istruzione con una classe del liceo delle Scienze Umane all’ex manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia, un’insegnante di Lettere vede aprirsi nei vari luoghi delle storie che sembrano scaturire da stanze e spazi aperti, da suggestioni e vicende dell’ospedale psichiatrico. Quasi all’improvviso si manifestano davanti a lei scene vive che coinvolgono pazienti e psichiatri, che raccontano di follie e tristezze, speranze e gesti di vita quotidiana, in un alternarsi di realtà e fantasia.

Poche parole, tratte dalla seconda di copertina, ma che inquadrano al meglio quest’opera potente di Alessandra Burzacchini, docente di lettere nel liceo di Carpi [Mo], che si pone quale portale spazio temporale tra il lettore e gli oggetti, le pareti, le stanze e gli spazi aperti che formano il San Lazzaro, l’ex manicomio di Reggio Emilia che oggi ospita in parte proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale, tra cui la sede amministrativa, i poliambulatori e alcune strutture sanitarie, ed in parte funzioni universitarie, nei padiglioni acquistati dalla Provincia di Reggio Emilia e ristrutturati per le Facoltà di Agraria, di Ingegneria e di Medicina. Ancora, vi si trovano il Museo di Storia della Psichiatria, e lo studentato universitario, ricavato in una parte della dismessa Villa Marchi.

Quelle che l’Autrice compone sono storie tristi, manifesto delle conseguenze del modo di pensare, di agire, propri di un’epoca che, ai nostri occhi, appare molto più lontana del secolo scarso che ci separa da essa; ma nel mondo così pregno di stereotipi e pregiudizi in cui oggi viviamo siamo sicuri che essa sia davvero così lontana?

Tramontata è la luna è anche, se non soprattutto, il mezzo con il quale Burzacchini si interroga e, di rimando, interroga noi sul significato di pazzia, dell’essere matto…

  • Tu ci pensi mai alla pazzia? Da cosa è scatenata, da cosa si rompe all’improvviso in qualche parte dentro la mente…

  • Non credo sia una rottura improvvisa. È qualcosa che cova, a volte per sempre, poi esplode. Sarebbe interessante capire cos’è a creare l’esplosione.

  • Forse ha ragione Freud. Se si getta a terra un cristallo, non si rompe a caso, ma secondo linee di frattura che erano già presenti quando è stato messo insieme.

E grazie all’Autrice conosciamo figure straordinarie, realmente esistite e operanti proprio nel San Lazzaro, quali la dott.ssa Maria Del Rio e suo marito, il dott. Aldo Bertolani. Invero, se quest’ultimo, studioso e scrittore di articoli scientifici di pregio, divenne direttore dell’Istituto, la Del Rio intuì e studiò gli effetti, diretti e indiretti, dei traumi da bombardamento [e da guerra, quale la Pima Guerra Mondiale, evento che sconvolse negli anni in cui essi operarono milioni di persone] in ispecie sulla psiche di chi, quasi sempre donne, era costretto ad allevare figli in assenza di un coniuge spedito al fronte.

Tramontata è la luna è titolo che richiama quello di un romanzo di John Steinbeck, La luna è tramontata:

“Scritto col proposito di incoraggiare e motivare i movimenti di Resistenza nell’Europa occupata, l’opera rimane ancor oggi attuale col suo messaggio fuori del tempo, dedicato a tutti i popoli conquistatori e conquistati: un insegnamento per i primi, affinché imparino qualcosa dai loro errori, per i secondi perché non cedano mai la propria dignità e non si arrendano mai. Il popolo capisce che, se sarà ragionevole, sarà definitivamente conquistato, e per questo inizia una lenta guerra di nervi, di logoramento degli invasori, che infine comprendono di non essere solo soldati, ma uomini, bisognosi di una parola gentile, di un saluto cordiale: sono stanchi di essere sempre e solo soldati, di stare sempre sull’attenti, di doversi sempre guardare le spalle nel timore di un attentato.” [fonte:Wikipedia ]

E, in effetti, tanto i pazienti del nosocomio reggiano quanto i cittadini norvegesi invasi dai tedeschi lottano per qualcosa, e quel qualcosa è sé stessi.

Per la cronaca, in questo caso anche Steinbeck è debitore di altro autore piuttosto celebre: Il titolo La luna è tramontata proviene dal Macbeth di Shakespeare. Quando Banquo chiede al figlio Fliance com’è la notte, questi risponde: «The moon is down; I have not heard the clock» (Atto II, Scena I). [fonte: Wikipedia]

Burzacchini è scrittrice di classe e di cultura e le sue pagine avanzano lente, non per carenze tecniche, bensì per permettere al lettore di calarsi a tutto tondo nell’ambiente, nell’atmosfera, nella cultura, sì superati ma che, piaccia o non piaccia, costituiscono il sostrato sul quale oggi noi viviamo.

Tramontata è la luna va, sì letto [ovvio], ma letto a mente aperta, senza lasciarsi intimorire dai perché che inizieranno a circondarci. Paradossalmente saranno quei perché a darci le risposte che cerchiamo.

È davvero labile il confine fra sogno e realtà, fra sogno e follia. Spesso l’amore e la passione compiono il miracolo di separarle regalando a ognuna misteri di cui ammantarsi, a volte invece lanciano il sortilegio che le mescolerà per sempre e sarà il loro dono e la loro condanna. [dalla quarta di copertina]