Recensione unitaria a “ELP” e “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?” Romanzi di Antonio Manzini

“ELP” e “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?” Romanzi di Antonio Manzini

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Antonio Manzini Vs Antonio Manzini.

Romanzo corposo (ELP) Vs Romanzo breve [o racconto lungo] (Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?).

Che la sfida abbia inizio.

Se ELP è stato stampato a giugno 2023 [data di pubblicazione 6 giugno 2023 riferisce il sito internet AMAZON] mentre Riusciranno i nostri eroi… risulta stampato a ottobre 2023 [data di pubblicazione 31 ottobre 2023, dato preso sempre dal sito internet AMAZON]. Eppure leggendoli in ordine cronologico di pubblicazione qualcosa non torna. Invero un paio di indizi [l’essere Furio in Sud-America alla ricerca di Sebastiano; la stagione climatica] farebbero presupporre che Riusciranno i nostri eroi… sia antecedente a ELP; tuttavia in ELP non c’è traccia, menzione, dell’avventura sud-americana degli amici romani, tant’è che Furio [e con lui gli altri due: Rocco e Brizio] si comporta come se nulla fosse accaduto. [per togliersi ogni dubbio sentiamo le parole dell’Autore nel video a sinistra, sotto alla cover, in questa pagina].

Ma andiamo avanti.

ELP è un romanzo a suo modo complesso, corale, che fonde più storie, poliziesche e umane e che riesce comunque a stupire. È vero: Rocco Schiavone, Furio, Brizio, bene o male li conosciamo; ma conosciamo altrettanto bene i suoi uomini? Sì: Deruta, D’Intino, Casella, Scipioni sappiamo chi sono, ma possiamo dire “li conosciamo”?

E qui casca l’asino, perché la natura umana nulla ha a che fare con divise e accenti.

Non dimentichiamo, poi, il fantasma di Italo Pierron, che aleggia in Questura pagina dopo pagina come monito, esempio di come rovinarsi la vita senza un perché.

Altra cosa che colpisce sono gli incisi decisamente politici, di protesta civile che l’Autore semina qua e là, dalla “Ragion di Stato” (?) impersonata da Pietro Rakovic al tema ambientalista, usato e abusato, che permea il romanzo con accenti più o meno marcati a seconda delle circostanze.

E Schiavone che dice di tutto ciò? I suoi dialoghi con la moglie defunta sono lo specchio di un personaggio, se vogliamo, stanco, che cerca di ostentare un cinismo in realtà assente, che viene interrogato e si interroga sulla felicità. È felice Rocco? È malizioso Manzini quando “accidentalmente” gli mostra le sue ex in compagnia di altri uomini?

Domande che non possono avere risposte univoche.

Registro completamente diverso è quello che connota Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?, a cominciare dal titolo che sa di film tragicomico anni ’70-’80.

Ecco, al di là del tema trito e ritrito del viaggio, anche se qui, in fin dei conti, quello [il viaggio] è per forza imprescindibile, con annesso amarcord di quando Rocco & C. erano ragazzini, Riusciranno i nostri eroi… ha un che di onirico, un sogno [o un incubo?], un qualcosa fuori dal tempo: i fusi orari non esistono, è sempre ora di mangiare o di dormire, Buenos Aires, Città del Messico sono trasposizioni di Roma; perfino la figura di Sebastiano Cecchetti “buon padre di famiglia” stona, sia a Schiavone and friends sia a noi…

E il meccanismo narrativo del “racconto lungo” sembra la giusta scelta per una simile rappresentazione.

Bieca operazione commerciale come da più parti si sussurra?

Trovatemi uno scrittore che non voglia vendere! Però, così, avulso da un contesto lascia perplessi…

Che altro aggiungere? Piaccia o non piaccia il vice-questore Rocco Schiavone fa parte di noi; anzi, di più! Giustiziere della notte [Charles Bronson non ce ne voglia], prototipo dell’amico che si fa in quattro per tirarti fuori dai guai, filosofo quando serve, stropicciato il giusto, che altro?

E piaccia o non piaccia Antonio Manzini è sempre sul pezzo.