Recensione di “La città dell’assedio”

“LA CITTÀ DELL’ASSEDIO” di Luca Buggio

Recensione a cura di Serena Donvito.

“Sotto le cantine che i torinesi chiamavano ‘infernotti‘, si oltrepassava il confine delle terre governate dal Duca di Savoia e si entrava in un mondo dove le tenebre erano eterne.”

E così ho concluso anche il secondo volume della trilogia di Luca Buggio. È presto, perché ho ancora l’ultimo da leggere, ma ho già un senso di malinconia che mi avvolge.

Buggio è riuscito a trascinarmi con veemenza nella sua narrazione, facendomi appassionare ai molteplici chiaroscuro dei suoi personaggi, dei luoghi in cui ci fa camminare, vivere, per raccontarci questa storia.

Mi ha fatto sentire gli odori sgradevoli di una città povera, abbandonata e messa in ginocchio dai bombardamenti; così come i profumi di chi, nonostante tutto, riesce a provare ancora meraviglia e desiderio.

Gustìn: animo tormentato e diviso tra ciò che è reale, tangibile, e ciò che di oscuro aleggia intorno a lui e che si ostina a rifiutare di vedere in virtù della ragione. Un uomo il cui passato continua in qualche modo a perseguitarlo, che lo mette spesso in contrasto con ciò che di buono gli è capitato e lo spinge a chiedersi se in fondo lo ha meritato.

Laura: giovane donna che si è trovata catapultata in una vita che niente ha a che vedere con il mondo da cui proviene, ma che invece di abbandonarsi a ozio e inezie, reagisce e cerca di costruirsi una nuova realtà.

Tutto questo avviene in una Torino magica e oscura. Una Torino dove le persone, intere famiglie, spariscono misteriosamente, dove le donne prima del calar del sole rientrano nelle loro case per non rischiare la vita. Una Torino di violenti omicidi irrisolti. Una Torino che a volte non consente di distinguere il bene dal male, il reale dalle chimere. Una Torino che si ama, si difende, in cui si cerca protezione, ma che in fondo, fa paura.

Molte cose ci ha svelato l’Autore in questo secondo capitolo, e ha preparato il terreno per il terzo, dove è già chiaro che, un temporaneamente inconsapevole bene, viaggerà accanto a un lucido e sadico male.

Mi sento completamente appagata anche da questo secondo volume, e affronterò presto il terzo e ultimo.

“Ci sono cose che se sono rimaste segrete finora ci dev’essere un motivo.”