Recensione di “Radici d’infanzia, ali di vita” e “Identità perse, raccolte, perdute e ritrovate”

“RADICI D’INFANZIA, ALI DI VITA”

“IDENTITÀ PERSE, RACCOLTE, PERDUTE E RITROVATE”

Entrambi di Mirca Ferri

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Il mondo di Mirca Ferri – Parte Prima della Prima

“Ci sono domande alle quali abbiamo dovuto sottoporci

e altre ancora che verranno.

Di alcune avremo le risposte

Per altre le soluzioni.

Per talune, invece, solo sospiri silenziosi.

Ma è tutto necessario.

È tutto questo, l’amore.”

E così, non poteva essere diversamente: bisognava tornare sul luogo del delitto, agli scritti autobiografici di questa donna che, dopo (prima di) aver costretto il lettore a scavare dentro se stesso, si è guardata essa stessa in sé, nella sua vita, facendoci, ancora una volta, riflettere.

Ha molte cose da dirci, Mirca Ferri. Molte cose apparentemente banali, uguali a tante altre raccontate da tanti altri; ma siamo sicuri che il dolore, la malattia, la sofferenza siano uguali per tutti?

Domanda lecita perché, anche nel libro solo d’aspetto privo d’originalità come “Radici d’infanzia, ali di vita”, si percepisce un percorso – a cominciare dal come è nata la sua famiglia, all’approcciarsi alla morte dei suoi amici animali, fino alla perdita del padre – che, messo a nudo in “Identità perse, raccolte, perdute e ritrovate”, ha portato l’Autrice a essere la persona scomoda che conosciamo.

Il mondo di Mirca Ferri

Ha molte cose da dirci, Mirca Ferri, e lo fa nel modo più difficile: usando parole semplici, anche quando, come in “Identità perse, raccolte, perdute e ritrovate”, dipinge il male che l’ha sconvolta come il lupo

“che canta alla Luna il suo ululato d’amore

Eterno e selvaggio

Feroce e dilaniante”

Se, come dice il detto, “Nella botte piccola sta il vino buono”, allora i libri di Ferri, sempre composti da poche decine di pagine, sono ottimi perché pieni di significati; e la bontà di una parola non si misura certo dalla sua lunghezza!

“Alla fine, poi, che cos’è un sogno?

Una sorta di desiderio che si esprime alla nostra mente attraverso il sonno, perché il nostro cervello allenta i propri freni inibitori e spazia verso destinazioni, concrete o astratte, che non abbiamo il coraggio o la consapevolezza di naturalizzare durante il giorno, all’interno del quotidiano tran tran che sempre più spesso ci sottrae la possibilità di immaginare fuori dagli schemi preposti.”

Buona e introspettiva lettura.