Recensione di “Mondo Piccolo. Don Camillo e il suo gregge”

“MONDO PICCOLO. DON CAMILLO E IL SUO GREGGE.” Di Giovannino Guareschi

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Che cosa si può aggiungere a quanto non già detto, scritto e commentato circa gli scritti che hanno reso celebre in tutto il Mondo (quello Grande, non quello Piccolo) Giovannino Guareschi e i suoi alfieri di un qualcosa che non c’è più, ovvero Don Camillo e Peppone?

Certo è superfluo ammettere che la lettura di ogni riga, di ogni vicenda narrata nei racconti che compongono il libro in oggetto avvenga in compagnia dei visi, dei corpi, delle mani dei due attori che hanno reso immortali il Piccolo-Grande Mondo di Guareschi: Fernandel e Gino Cervi.

Eppure, eppure, a ben guardare, come spesso succede, “il cinema” si è sì impossessato dell’Opera di Guareschi, riproponendone dialoghi, battute ma lo ha fatto sovente edulcorando, ammorbidendo, passaggi e situazioni che, nell’”Originale”, appaiono maggiormente sanguigni, quasi violenti. Per non parlare di episodi che, nei Racconti, vedono protagonisti soggetti diversi da quelli impressi sulla pellicola (si pensi al bambino che Don Camillo “salva” dal collegio: nel lungometraggio è il figlio di Peppone, nel testo è il figlio di un altro; o al capitolo dell’altarino dedicato alla Madonna da abbattere…).

Ciò che, per fortuna, nel rapporto Libro-cinema non cambia è la poesia, la bontà, l’arguzia (e non potrebbe essere diversamente) degli insegnamenti che il Cristo dispensa a Don Camillo; così come tutto sommato invariato è il cuore che guida nelle sue azioni l’apparente burbero, irascibile e intransigente (per ordini del Partito) Peppone.

E anche questo è superfluo dirlo: ce ne vorrebbero tanti di galantuomini come loro.

Buona lettura (e buona visione).