Recensione di “Sortilegi”

“SORTILEGI” di Bianca Pitzorno

Recensione a cura di Antonella Raso

Un romanzo che affonda le sue radici nella dura realtà di un periodo storico che è importante conoscere e che non bisogna dimenticare.

È costituito da tre racconti, storie che prendono spunto da fatti realmente accaduti. uno tra questi mi ha colpita profondamente.

Il filo conduttore che lega i racconti è proprio il “sortilegio”: un incantesimo, una magia.

La protagonista di uno di essi, Caterina, mi è rimasta nel cuore.

Toscana del 1600: imperversano peste, la carestia, l’Inquisizione.

Una bambina rimasta sola al mondo, scampata alla peste, divenuta una bellissima donna, semplicemente vivendo la sua vita si è trovata immersa in una situazione folle.

Colpevole di qualcosa per il solo fatto di esistere, viene torturata ed accusata di stregoneria.

Come dice la stessa Pitzorno:

“Caterina da piccola è parente di Cappuccetto Rosso e di tutti i bambini smarriti nel bosco. Non come li raccontavano Perrault o i Grimm, ma come l’avrebbe interpretata forse Bruno Bettelheim nel suo Il mondo incantato”.

Parliamo di un periodo storico difficile, ed è giusto narrarne gli orrori commessi da aguzzini certi di essere nel giusto, nascondendosi dietro la religione per giustificarne le atroci barbarie.

La scrittura dell’Autrice è incredibilmente curata per quanto riguarda la scelta delle parole; il linguaggio rispecchia perfettamente l’epoca d’ambientazione del racconto.

Si evince chiaramente l’importante e approfondito lavoro di studio e ricerca compiuti dalla Scrittrice per la costruzione di questo romanzo, infatti numerose sono le note che rimandano ai testi da lei consultati.

Un romanzo che strega il lettore, imponendogli riflessioni, come la tendenza a trovare un capro espiatorio in qualsiasi epoca ci si ritrovi, la meschinità e la paura.

Ve lo consiglio.