Recensione a “Solo per i tuoi occhi” raccolta di racconti di Ian Flaming

“SOLO PER I TUOI OCCHI” di Ian Fleming

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Cinque racconti – Bersaglio mobile; Solo per i tuoi occhi; Quantum of solace; Risico [conosciuto anche come Rischio]; La Rarità Hildebrand – che poco o nulla hanno a che fare con gli omonimi lungometraggi se non, appunto, i titoli e i nomi dei protagonisti [addirittura il film Solo per i tuoi occhi è stato realizzato unendo le idee dei racconti Solo per i tuoi occhi e Risico…].

Solo per i tuoi occhi è una delle due raccolte nelle quali Fleming si cimenta con lo schema del racconto [breve] avente protagonista James Bond, alias 007.

Per la verità, nemmeno ciò è pienamente corretto: in Quantum of solace Bond è ascoltatore di una “storia” [protagonista, ovviamente, una donna tanto affascinante quanto pericolosa… ] raccontatagli dal Governatore [inglese] di Bahamas. In La Rarità Hildebrand 007 si trova, suo malgrado, testimone dei dissapori tra due coniugi; dissapori che sfoceranno nella morte [ma chi è l’assassino?] del marito.

E proprio La Rarità Hildebrand ha un che di profetico [non dimentichiamoci che la raccolta Solo per i tuoi occhi risale al 1960] quando l’antagonista afferma che “Al giorno d’oggi esistono solo tre potenze: America, Russia e Cina.”

Ecco: James Bond, nell’adempiere alle sue missioni in giro per il Mondo – Francia, Canada/Stati Uniti d’America, Bahamas, Seychelles, Italia – diventa l’emblema di una situazione geopolitica [esempio: Bahamas e Seychelles ancora colonie inglesi], Guerra Fredda compresa, ormai superata.

Soprattutto, leggendo gli scritti di Flaming, sembra emergere una linea di demarcazione tra lo 007 cinematografico, perfetto in ogni frangente, e James Bond, di fatto un solitario spesso a disagio nell’affrontare la vita quotidiana.

E le donne? Sono affascinanti, conturbanti, manipolatrici ma fragili, anche quando sembrano avere la situazione in pugno come Judy Havelock.

Dunque, meglio la finzione letteraria o quella di celluloide? Ai lettori/cinefili l’ardua sentenza.

Intanto: buona lettura!