Recensione a “L’orizzonte della notte” romanzo di Gianrico Carofiglio

“L’ORIZZONTE DELLA NOTTE” romanzo di Gianrico Carofiglio

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

L’orizzonte della notte segna il ritorno in libreria del personaggio di Guido Guerrieri, l’avvocato creato qualche libro fa da Carofiglio.

La narrazione, sempre in prima persona, si dipana su un doppio binario che, in chiusura, troverà un punto di contatto tra i suoi due percorsi.

Abbiamo, quindi, il lato legal thriller: Guerrieri assume la difesa di Elvira Castell, accusata di omicidio volontario di Giovanni Petacci, già compagno della sorella gemella Elena, e dalla Castell ritenuto colpevole di averla portata al suicidio.

E abbiamo il lato intimista della trama, esplicato nelle sedute psico-analitiche che Guerrieri frequenta dal dott. Carnelutti.

In realtà sono proprie queste pagine a costituire il cuore del libro: è un Guerrieri stanco quello che si presenta al lettore; stanco e alla ricerca di risposte. Quelle risposte che solo il noi stessi è (forse) in grado di dare.

Ora, se il narrato, diciamo così, giuridico è, al solito, preciso, tecnico ma chiaro anche per un profano della materia (non per nulla Gianrico Carofiglio è un ex magistrato), quello personale di Guerrieri lascia un minimo perplessi.

Intendiamoci: Carofiglio scrive bene. Leggero, lineare, dando al lettore tutti gli strumenti per riflettere sullo scritto.

Eppure la sensazione è che Carofiglio voglia mostrare a tutti costi di aver studiato e, quindi, di aver accolto appieno le teorie psicoanalitiche di Carl Gustav Jung: una sorta di lectio magistralis in materia sotto mentite spoglie. Mi conoscete come autore di legal thriller: ebbene questa volta vi frego e vi offro un saggio su Jung…

E quelle righe finali di pagina 148 sul significato della Vita sembrano una sorta di rielaborazione di quanto scritto da Walt Whitman nel tardo XIX secolo nella sua lirica Ahimè! Ahi vita! [titolo originario: O Me! O Life!]

Ci sarebbe, poi, la tendenza del Nostro a voler apparire a tutti i costi politically correct e quel * a pag. 37 (oltre allo scambio di battute con il barbiere alle pagg. 96 e seguenti) ne è un esempio. Che Gianrico Carofiglio sia politicamente orientato a sinistra è risaputo, ma anche Hemingway lo era e non lo faceva pesare….