“L’ACQUAIOLA” di Carla Maria Russo
Recensione a cura di Antonella Raso
Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell’Appennino centro meridionale d’Italia e mantiene sé stessa e l’anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua.
“L’acqua da prendere alla fonte ogni giorno dell’anno, più volte al giorno, con qualunque tempo: il sole di agosto, mentre il sudore scorre a rivoli e la polvere della strada toglie il respiro, la pioggia di ottobre, col fango che appesantisce gli scarponi e lega le gambe, la neve e il gelo dell’inverno, quando l’asino va tenuto con forza perché a ogni passo rischia di scivolare e il freddo spacca le mani fino a farle sanguinare”.
Maria è consapevole dei suoi obblighi. Il senso del dovere è radicato nel suo cuore come le rocce nella terra delle sue montagne.
A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall’infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà. I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà.
In questo spaccato regionale da collocare nella zona irpina, fatto di piccoli centri arroccati in zone impervie e mal collegate con le grandi città, in un arco temporale che copre la fine dell’Ottocento e si protrae nei decenni del secolo successivo, si svolge la dura vita di Maria, amata da tutti, rispettata per la laboriosità, lo spirito di sacrificio, la forza di volontà.
Un romanzo che narra, con perizia e sapienza narrativa, la figura di una donna di altri tempi e altri contesti, un ritratto di dona a tratti rude, un po’ cinica, piegata da una vita di stenti e di dolori, ma sempre fiera di sé ed orgogliosa: una volta terminata la lettura, vi mancherà non solo la figura dell’acquaiola, ma ogni singolo dettaglio e il motto di Maria:
“La vita è dura. Prima lo capisci e meglio è per te.”