Recensione a “Arrocco siciliano” romanzo di Costanza DiQuattro

“Arrocco siciliano”, romanzo di Costanza DiQuattro

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Costanza Di Quattro, autrice dalle grandi doti narrative, nel suo nuovo romanzo Arrocco siciliano, ci riporta nell’incanto barocco di Ibla di inizio ‘900,

lì dove la vita scorre fiacca, sulla campagna stanca.

Quel mondo stantio viene scosso da una novità che suscita il pettegolezzo tra gli abitanti del piccolo borgo: il dottor Filippo Albanese, titolare dell’omonima farmacia di paese, muore improvvisamente e il giovane forestiero Antonio Fusco, nominato suo successore dallo stesso Albanese prima di morire, ne prende il posto.
Ma chi è questo Fusco, venuto da Napoli, con alle spalle un passato misterioso?

Le voci, si sa, corrono più veloci dei sospiri, molto più delle preghiere.

La farmacia ricopre un ruolo importante a Ibla:

Qui la gente ci viene per parlare, per avere consigli, per sapere come fare e cosa fare. E poi, se è proprio necessario ogni tanto compra pure qualche cosa.

Il giovane napoletano si ritrova a fare i conti con il suo torbido passato, che si ripresenta nelle vesti ammalianti del gioco delle carte, un vizio che è il tallone d’Achille del protagonista; protagonista che si trova coinvolto in una fitta maglia di diffidenza e sospetto.
Ma ci si può redimere da un passato di errori e colpe?
Forse sì; magari attraverso l’amicizia salvifica di un bambino sfortunato che offre inconsapevolmente una visione diversa delle cose e la possibilità di saldare i propri debiti con il passato.
L’Autrice, con una prosa raffinata ed elegante, e la solita ironia sottile racchiusa nelle espressioni tipiche del dialetto siciliano, imbastisce una trama emozionante dove i personaggi sono pittati con le parole e i loro caratteri multisfaccettati che si mescolano sapientemente a odori, sapori, colori della quanto mai contraddittoria terra natia, regalandoci una storia originale e coinvolgente.

Tutta questa terra è un continuo arrocco, anche questo paese è arroccato così come la gente che ci vive e che si arrocca sulle proprie idee e si rifiuta di abbandonare le proprie posizioni. Le paure sono arroccate e pure le menzogne.