Recensione di “Svegliare i leoni”

“SVEGLIARE I LEONI” di Ayelet Gundar-Goshen

Recensione a cura di Serena Donvito

Eitan Green, marito devoto di una poliziotta, padre affettuoso e stimato medico, una notte, mentre attraversa il deserto per rientrare a casa dopo un turno estenuante di lavoro, investe un uomo. Scende dall’auto e ciò che vede lo blocca. L’esperienza gli suggerisce che per la vittima, un eritreo, non ci sia più nulla da fare. Sorprendendosi lui stesso, decide di risalire in macchina senza chiamare i soccorsi. Il giorno dopo, una donna si presenta a casa sua e gli consegna il portafoglio che ha perso sul luogo dell’incidente. Quello è il punto di svolta che segna l’inizio di ricatti, ansie, bugie, e pericoli.

“Cosa lo definisce di più: una vita intera a guidare con scrupolo, a studiare medicina, a portare la spesa delle vecchiette uscite dal supermercato, o quell’unico momento? Quarantun anni di vita contro un minuto, eppure sentiva che quel minuto conteneva ben più dei suoi sessanta secondi, come un segmento di DNA contiene in sé l’intero genere umano. Ebbene sì, faceva differenza il fatto che fosse eritreo. Perché a lui sembravano tutti uguali. Perché non li conosceva. Perché le persone di un altro pianeta sono necessariamente un po’ meno persone. Vero, suona malissimo, ma lui non era il solo a pensarlo. Era solamente quello che per caso ne aveva investito uno.”

Mi sono avvicinata a questo libro perché attratta dal titolo, e la trama ha confermato il mio interesse.

Tolte le prime due pagine che mi hanno un po’ disorientata, ho trovato una scrittura davvero coinvolgente. La parte dedicata alle reazioni fisiche ed emotive di Eitan dopo l’incidente, le diverse fasi della metabolizzazione di ciò che ha fatto, negazione, vergogna, rabbia, l’ho trovata particolarmente interessante, perché racchiude la descrizione di ciò che succede al nostro cervello e al sistema nervoso quando devono gestire emozioni di tale intensità.

La storia è molto realistica, si percepisce un velo di razzismo da parte di Eitan, non tanto dato dalla nazionalità delle persone da cui si troverà circondato, quanto dal loro modo di vivere, che lui ritiene inaccettabile e che si troverà a giudicare.

La vita del medico cambierà radicalmente, il ricatto della donna lo sconvolgerà più dell’incidente stesso.

Mi è piaciuta la storia e mi è piaciuto il modo in cui è stata sviluppata. A tutto è stato dato il giusto tempo e il giusto spazio. Niente forzature per stupire a tutti i costi il lettore, ma solo tanto realismo, che a volte stupisce di più di ciò che viene appositamente manipolato.

“Ma se è così, perché ha mentito? Ovvio. Chiaro come il sole cancerogeno. Come una luna nel deserto appesa nel cielo rovente molto dopo che la notte è finita: ha mentito per se stesso e per Liat. Ha mentito perché Liat non sappia quanto Eitan è diverso dall’uomo che lei pensa che sia. Ma mentendo non fa che allontanarsi sempre più da quell’uomo, ormai ne è diventato la caricatura.”