Recensione di “Tutto chiede salvezza”

“TUTTO CHIEDE SALVEZZA” di Daniele Mencarelli

Recensione a cura di Antonella Raso

Questo non è un romanzo, è un viaggio introspettivo, un pugno nello stomaco, sofferenza, dolcezza, solitudine.

La storia vera di un ragazzo che non trova pace, che sente dentro di sé il peso di tutta la sofferenza del mondo, un ragazzo che implora salvezza.

“Salvezza. Per me. Per mia madre all’altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza”

Ho desiderato tanto leggere questo libro, che parla di un tema così importante e delicato come il disagio mentale, narrato dall’Autore dall’interno, in una stanza nel reparto di psichiatria.

Tantissime riflessioni, tanti spunti da cui partire, tante domande, diversi punti di vista sulla salute mentale.

Non ho particolarmente apprezzato la scelta dell’Autore di utilizzare il registro dialettale per la maggior parte della narrazione ma, a parte questo, ho percepito uno stile semplice, sincero, onesto, che ha aiutato molto nella lettura.

I personaggi (compagni di stanza di Daniele) sono pochi e ben descritti. Mi sono affezionata alla figura di Mario, un ex insegnante in pensione accusato del tentato omicidio di moglie e figlia: le sue riflessioni sono sempre profonde e aggiungono una nota positiva nel testo.

“Le mie sono le farneticazioni di un maestro elementare messo a riposo. Una cosa però tienila sempre a mente. Curati. Chiedi aiuto quando serve. Ma lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno“.

Libro molto intenso che porta il lettore a seguire il protagonista nel suo percorso di ricerca di se stesso e fa riflettere sulle proprie fragilità, che non costituiscono comunque un ostacolo alla possibilità di essere salvati.