Recensione di “Se tu potessi vedermi ora. La storia di David Rossi raccontata da chi gli era accanto”

“SE TU POTESSI VEDERMI ORA. LA STORIA DI DAVID ROSSI RACCONTATA DA CHI GLI ERA ACCANTO” di Carolina Orlandi.

Recensione a cura di Antonella Raso

«Un mese prima, David guardò mia madre negli occhi e le disse: “Avevi ragione. Se scampo questa, lascio tutto e inizio a fare solo quello che mi dici tu”.»

Ma la sera del 6 marzo 2013 David Rossi, influente responsabile dell’Area Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, precipita dalla finestra del suo ufficio nella storica sede della Banca, nel pieno dello scandalo che ne avrebbe segnato il declino. La sua morte viene archiviata come suicidio, anche se fin dall’inizio emergono aspetti inquietanti nella dinamica della caduta e nei suoi retroscena: contraddizioni, dettagli controversi, reticenze, imperdonabili leggerezze.

Se tu potessi vedermi ora è un memoir bruciante, scritto nel nome del padre. È il gesto necessario di una figlia per dissipare le ombre di una vicenda che, se per molti è soltanto cronaca, per lei è la vita stessa, da quando, sedici anni prima, David vi è entrato come marito di sua madre. Una vita privata e poi, traumaticamente, pubblica, in cui tutte le certezze sono diventate domande.

Carolina ci consegna una parte finora invisibile della storia di David Rossi, raccontandolo dall’interno, come padre, marito e uomo: colto, ironico, integro e taciturno, con le sue passioni e i fantasmi che lo circondavano nei giorni prima della fine. E lo fa con gli occhi asciutti di chi è già abituato a lottare e vuole conoscere la verità. I ricordi personali si mescolano alle indagini giudiziarie e l’amaro stupore si trasforma in forza e consapevolezza a mano a mano che inizia a occuparsi della vicenda in prima persona.

La disamina di ogni particolare fuori posto – le telefonate misteriose, i foglietti attraverso i quali David le parlava, gli abiti distrutti, il computer violato, i probabili «testimoni» ancora senza volto della sua agonia – si fonde con l’elaborazione impossibile di un lutto e il silenzio di una città intera, Siena, fino ad assumere i drammatici contorni del primo incontro di una giovane ragazza con la crudeltà e l’ingiustizia del mondo.

«Una sera, a tavola, ti ho chiesto come mi sarei dovuta muovere, un giorno, se avessi voluto scrivere un libro. E tu, con aria apparentemente disinteressata, mi hai detto: “Intanto per scrivere un libro bisogna aver qualcosa da raccontare”. Quella sera la presi come una mancanza di fiducia nei miei confronti. Oggi io racconto la più dura delle storie. La tua.»

“Ciò che ho provato in quell’istante è stato simile a una scossa elettrica, uno sparo in petto quando ti trapassa. Il vuoto. Non era dolore. Il dolore è arrivato più tardi, dopo giorni, settimane, anni.”

Il caso fu subito archiviato come suicidio. David Rossi ha deciso veramente di togliersi la vita buttandosi dalla finestra del suo ufficio? Carolina e sua mamma (e in seguito molte altre persone) pensano di no.

Una storia vera che non lascia indifferenti: l’Autrice, Carolina Orlandi, nel testo ci offre di quei fatti un punto di vista interno, sentito, sofferente ma comunque lucido e analitico.

Ne viene fuori una storia che è a metà strada tra l’investigativo, con la ricostruzione delle indagini, delle piste seguite, degli indizi raccolti, e il racconto quotidiano, della vita prima e dopo.

Assolutamente consigliato.