Intervista a Emanuele Rizzardi

Il Circolo Fozio è lieto di ospitare Emanuele Rizzardi, scrittore – L’ultimo Paleologo e L’usurpatore i suoi titoli attualmente disponibili – e impiegato presso una società multinazionale.

Emanuele: grazie per essere qui con noi! Pronto a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità? 

Si, cioè no! Ci provo. Forse.

Bene! A questo punto, essendo tu esperto di Medioevo, in particolar modo, quello Bizantino, direi di iniziare con un paio di domande semplici semplici. Se ti dico Patriarca Fozio e Filioque cosa rispondi?

Su Fozio posso dire che a distanza di mille e passa anni i suoi lavori, le sue ricerche e tutto quello che ha fatto sono ancora fondamentali per la sopravvivenza di, almeno un pezzettino, del nostro retaggio culturale. Non possiamo che gioirne!

Sul Filioque, che dire… genera in noi, sempre e comunque, una certa dose di perplessità il pensare che uomini e donne erano disposti a morire per una parola o una sillaba da dire durante la messa. Eppure, è stato così per centinaia di anni e la loro posizione era assolutamente legittima agli occhi delle generazioni passate e future. Quindi, in un certo senso, quelli strani siamo noi! 

…e del cosiddetto fuoco greco cosa sai dirci?

Devo averne parlato per un bel po’ sulla mia pagina Facebook (se qualcuno vuole recuperare l’articolo, mi sono impegnato nel realizzarlo!). In sintesi, direi che è un’arma assolutamente fenomenale e fuori dal comune, specialmente in ambito navale, ma non è così distruttiva e invincibile come la mostrano nei film americani. La sua efficacia dipendeva più che altro dall’avere un tempo atmosferico generoso e una distanza molto ravvicinata dal nemico. In un paio di occasioni, per esempio nella guerra contro i Rus, questa miscela infuocata ha ribaltato le sorti della battaglia permettendo la vittoria di qualche nave sgangherata dalla flotta imperiale, contro l’intero naviglio da guerra dei nemici.

Però ecco, la fregatura è che in sostanza è la miscela veniva sparata con dei sifoni che hanno la stessa capacità delle nostre pistole ad acqua… immaginatevi di avere un fucile potentissimo, che funziona esattamente come il super liquidator… non esattamente il massimo in fatto di praticità. 

Digito Emanuele Rizzardi su un motore di ricerca e compaiono decine di interviste e video. Quando quella mattina ti sei svegliato e hai iniziato a scrivere avresti mai immaginato di vederti come, passami il termine, elemento più che dotto della Rete? 

In realtà non penso assolutamente di essere un elemento dotto della rete, né tantomeno di avere alcun genere di notorietà. L’unico fatto simpatico che posso citare in proposito è che ho dovuto litigare con Google perché, suppongo in modo automatico, avevano creato una mia pagina “Autore” per il motore di ricerca che rimandava alla foto di un qualcuno che non ero io! In un paio d’ore però hanno risolto. 

A proposito di “quella mattina”, vuoi spiegarci come è andata?

Come dicevo, non sono assolutamente conscio di questa cosa. So che ci sono svariate interviste e tutto il resto, ma non è una cosa che sento molto. Però posso dire che mi fa piacere, e che a volte uso Google immagini per cercare delle mie foto che non trovo nel pc (ride!) 

Facciamo un gioco, una specie di sliding doors. Emanuele Rizzardi apre la porta di casa e va al lavoro, come tutti i giorni. Rizzardi Emanuele apre la stessa porta e si ritrova a Costantinopoli, nell’aprile del 1204, poco prima dell’arrivo della IV Crociata. Che fate?

Realisticamente parlando mi darei alla fuga disperata, senza se e senza ma. Però, se volessi fare l’eroe e avessi un certo disprezzo per l’integrità del mio collo, cercherei di convincere l’Imperatore che forse valeva la pena rinforzare i punti deboli della città, piuttosto che fidarsi del fatto che fosse inespugnabile. L’ideale però sarebbe riuscire ad uccidere il pretendente al trono prima che arrivi, così che i Crociati possano riprendere la via per Gerusalemme… senza essere distratti! 

Sei uno scrittore affermato, tant’è che il tuo romanzo L’usurpatore è citato nel lemma Nella letteratura della voce dell’enciclopedia on line Wikipedia dedicata al generale bizantino Alessio Filantropeno, protagonista, appunto, del tuo romanzo. Cosa dicono i tuoi colleghi di lavoro di te?

Ne parlo pochissimo perché non mi piace sbandierare i miei successi agli altri.

Ricordo un aneddoto di un annetto fa, di una collega (persona molto disturbata), che stava raccontato di aver acquistato il libro di un noto personaggio televisivo e si era poi rivolta a me dicendo “ma tu cosa ne vuoi sapere di libri?” e io, infatti, avevo risposto “assolutamente, non ne so nulla”.
Ogni tanto qualcuno lo scopre e i migliori (dal mio punto di vista, ovviamente), me ne chiedono qualche copia per loro e per amici e parenti, anche se la maggior parte rimane a metà tra il serio e il faceto, borbottando frasi del tipo “un libro storico? È roba da professori. Sono cose pesanti, non le legge nessuno”.
Insomma, non il massimo della libidine. 

E tu? Hai iniziato a tirartela?

Non me la sono mai tirata per le mie pubblicazioni, anzi, a volte faccio finta di essere fuori da questo mondo e mi diverto a sentire il parere degli esperti improvvisati che millantano fatti ed eventi inesistenti.

Devo dire però che sono rimasto particolarmente colpito quando i miei testi sono stati chiesti dalla biblioteca bizantina di Vienna (la più grande d’Europa). In quel caso mi sono accorto effettivamente che qualcuno li aveva notati. È capitato anche di trovare gente per caso su internet che mi voleva offrire da bere o una cena dopo aver letto uno dei libri, e di questo sono sempre stato assolutamente lusingato.

 

Tua moglie è bizantina come te o un po’ più… moderna?

Assolutamente no, l’unico storico in famiglia sono io. Così ho meno concorrenza (linguaccia!) 

Facciamo un altro gioco: Costantino XI sconfigge Maometto II e Costantinopoli rimane bizantina. A tuo giudizio, un evento del genere, come avrebbe potuto modificare la Storia come la conosciamo?

Con la fantasia possiamo pensare qualunque cosa, ma la variabile più realistica è che agli Ottomani si sarebbe sostituita l’Ungheria e che, al massimo nel giro di cinquant’anni, i Balcani sarebbero diventati tutti una provincia ungherese (con l’eccezione della Valacchia e dei dominii di Venezia). A questo punto avremmo avuto gli Jangelloni imperatori dei Romani, re di Ungheria e di Boemia e poi, per questo titolo sarebbe passato agli arciduchi d’Austria. Quindi, con Carlo V abbiamo davvero davvero la resurrezione dell’impero dei Cesari che va dall’Atlantico al Mar Nero.
Se dobbiamo restare nei binari della storia che conosciamo (ma perché dovremmo?), l’impero avrebbe comunque seguito il destino della casata degli Asburgo e la sua dissoluzione nella prima guerra mondiale. 

Sei nato a Legnano, in provincia di Milano, dove attualmente risiedi. In cosa ti senti lumbard e in cosa no?

Alla fine siamo un po’ tutti Lumbard, no? I Longobardi hanno governato quasi tutta l’Italia, ci hanno lasciato un sacco di parole per esprimere violenza e la loro fantastica passione per la carne. 

A scuola eri un secchione?

No, sono sempre stato nella media. Ho avuto per 3 anni il debito in inglese, poi mi sono laureato in lingue con specializzazione in traduzione; sono sempre stato discreto in italiano, poi ho scritto libri. Strana la vita, vero? 

Sai cucinare? E fare la spesa?

So cucinare abbastanza da non morire di fame, ma ne farei volentieri a meno, se potessi.

Si, sono bravo a spendere poco, ma non ho molta inventiva e finisco per comprare sempre le stesse quattro cose. 

Da appassionato e studioso della materia, secondo te, Roma e Costantinopoli, quali capitali dei rispettivi imperi: cosa aveva una che mancava all’altra e viceversa?

Sono due città molto simili, in effetti Costantinopoli è stata costruita per essere la Nova Roma, identica in tutto e per tutto. Di certo la seconda aveva una posizione strategicamente molto migliore, e non a caso in Occidente la corte viene spostata a Ravenna, che sarà pure una città piccola, paludosa, piena di malaria e zanzare… ma almeno i barbari non possono preparare un assedio senza crepare di fame, di sete e di dissenteria. 

La penultima cosa che fai prima di metterti a dormire? E L’ultima?

Lavare i denti, credo, o togliere le calze, farmi la barba… va un po’ a seconda dell’esigenza del momento!
L’ultima è facile! Togliere gli occhiali, di sicuro! 

Scrivere è?

È parlare di sé stessi, dare agli altri una propria visione del mondo. Se sei bravo, riesci anche a intrattenere qualcuno! 

Ringraziamo Emanuele Rizzardi per la sua disponibilità!

Alla prossima! 

Assolutamente, alla prossima.

Per approfondimenti:

Per info su eventi, presentazioni e contatti di Emanuele:

https://emanuele-rizzardi.wixsite.com/emanuelerizzardi

La pagina dedicata ai suoi libri e alla storia medioevale