Recensione di “La passione di Artemisia”

“LA PASSIONE DI ARTEMISIA” di Susan Vreeland

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Può una donna vissuta nel 1600 insegnare qualcosa alla lettrice moderna che si accosta a conoscerla? La risposta è sì, se la donna in questione è la pittrice Artemisia Gentileschi.

 Il romanzo si apre a Roma nel 1612, con il famoso processo ad Artemisia. Il padre della ragazza, Orazio Gentileschi, ha sporto denuncia presso il papa Paolo V in quanto il pittore e suo amico Agostini Tassi ha deflorato sua figlia.

Ma in un’epoca fortemente maschilista, dove le donne erano considerate sentine del diavolo, è lei a subire l’oltraggio e l’umiliazione di doversi difendersi davanti al Tribunale della Santa Inquisizione dall’accusa di avere sedotto lo stupratore! La giovane fu costretta a subire la tortura della sibilla che le deturperà le mani per sempre; e costretta poi a sposarsi con un pittore poco noto, Pierantonio Stiattesi, illusa che finalmente sarebbe stata liberata dal disonore.

Tradita da Agostino, tradita da suo padre che istituì un processo non per riabilitare il suo onore, ma per riappropriarsi di un quadro, tradita pure dal marito, Artemisia riesce a canalizzare tutto il suo dolore nel suo dono: dipingere!

“Questa è la grandezza della tua arte, riuscire a proiettare in un capolavoro i tuoi sentimenti e le tue esperienze”

Ci sono voluti tre secoli per fare riaffiorare il suo incontestabile valore artistico, sempre ricordata per il processo piuttosto che per i suoi meriti pittorici. Opere grandiose, dove le sue eroine, espressione di forza e temperamento, rivivono tutto il suo dolore. Una su tutte la Giuditta, che dipingerà più volte, e dove ogni dipinto è il frutto di una ricerca interiore combattuta e sofferta, con un perfetto utilizzo della luce e del colore.

Artemisia fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia del disegno di Firenze.

“Nei suoi quadri rappresenta l’amore, l’orgoglio, il rapimento e il dolore, il dubbio, l’onore e lo struggimento.”

Una donna rivoluzionaria e libera, colma di rabbia e voglia di riscatto, si vendica nelle sue tele, il male e la sofferenza sgorgano dagli sguardi espressivi dei suoi protagonisti.

“La passione di Artemisia” è un romanzo potente e visivamente magnifico per la capacità dell’Autrice di interpretare e raccontare le opere con il “sentire” della protagonista; descrizioni vibranti e commoventi che riescono a immergere il lettore nella vita della pittrice. I personaggi sono caratterizzati con cura, anche quelli secondari come suor Graziella, che resta nel cuore.

Un romanzo che trasuda arte e bellezza, con uno stile scorrevole, peccato solo non abbia approfondito a dovere il periodo che Artemisia trascorse a Napoli. L’incantevole narrazione  di Susan Veerland è riuscita a far risaltare la donna caparbia che si cela dietro la pittrice e a farci innamorare di lei.