Recensione di “La madre della strega”

“LA MADRE DELLA STREGA” di Matteo Corso.

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Prendendo spunto dalla leggenda Tardo-Trecentesca di “Azzurrina” – al secolo Guendalina o Adelina (o Adele, detta Delin), figlia di Ugolinuccio o Uguccione di Montebello (Rimini) e di Costanza Malatesta, albina, morta in tenera età in circostanze tutt’oggi misteriose (il cadavere non è mai stato ritrovato) – Matteo Corso elabora un racconto gotico accattivante.

Ambientato nel Castello di Montebello di Torriana (realmente esistente), con protagonista Costanza o, meglio, le sue angosce e i suoi timori circa la sorte della piccola Adele, come accennato, nata albina – siamo pur sempre nel XIV secolo e le superstizioni, malignamente alimentate da chi si professa “Uomo di Dio”, serpeggiano tra il popolino – “La madre della strega” (epiteto affibbiato dalla plebe ignorante alla donna a causa del frutto della sua maternità) è ben congegnato.

Strutturato come un thriller che si rispetti, il racconto in esame ha tutto per piacere al lettore. Tradimenti, colpi di scena, il Fato avverso, scrittura fluida e buon ritmo narrativo – sostenuto da capitoli tagliati al punto giusto: Matteo Corso fa centro e ci regala pagine che si divorano in quattro e quattr’otto.

Buona lettura!