Recensione di “Azione illegale”

“AZIONE ILLEGALE” di Stella Rimington

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

“Azione illegale” è una spy-story classica, quasi vecchio stile (non per nulla, la terza di copertina ci informa che l’Autrice è stata la prima donna a dirigere MI5, l’ente per la sicurezza e il controspionaggio britannico).

Leggendolo, si scorge subito un punto di forza del romanzo: la credibilità dei personaggi. Abituati come siamo all’immagine (cinematografica) di James Bond, l’agente segreto perfetto, quello al quale “il mondo non basta mai” (motto di famiglia, come lui stesso tiene a precisare), Liz Carlyle e colleghi vari appaiono di un altro pianeta: umani, con i loro timori, con i loro sentimenti, con i loro errori…

Scrive bene la Rimington e la lettura, ovviamente, ne giova: le pagine scorrono lineari; il ritmo è quello giusto, costante, privo sia di accelerazioni fuori luogo sia di cadute improvvise.

Anche i frequenti richiami alle precedenti avventure della protagonista non stonano, né creano interrogativi (senza risposta) in capo al lettore: si capisce che “Azione illegale” è un capitolo di una serie, però è autonomo.

Volendo essere pignoli è il finale a non essere consono ai capitoli che lo precedono. Invero, se il colpo di scena che, di fatto, regge l’intero romanzo, a livello di idea può dirsi ben congegnato, non altrettanto può affermarsi per come è stato tradotto in concreto, risultando banale e privo di pathos