Recensione de “Il giorno prima della felicità”

“IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITÀ” di Erri De Luca

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Nella Napoli ancora ferita dall’occupazione tedesca, sotto la guida di don Gaetano, il portinaio del palazzo nel quale abita, un giovane orfano (o forse no), soprannominato “’a scigna” (“la scimmia” per la sua abilità a giocare come portiere), diventa uomo e scopre cosa sia “Il giorno prima della felicità”. Ma la tragedia è dietro l’angolo.

De Luca ci consegna un romanzo (se vogliamo) piccolo eppur potente, lirico negli aforismi che l’Autore regala a ogni pagina e umano negli insegnamenti che don Gaetano (alter ego di De Luca?) non lesina al suo protetto.

Certo, si ride anche, grazie al parvenu La Capa; ma è un riso amaro. Amaro come il finale, dove nessuno vince. Anzi, un vincitore c’è: è il sangue.

Sangue che Napoli ha versato a causa della Guerra; sangue versato per difendere il proprio “onore”…

“…’o bbrito se pava, l’annore no e se lava.”

È giusto? È sbagliato?

Al lettore la celebre “ardua sentenza”.

Certo è che, chiusa l’ultima pagina, “Il giorno prima della felicità” ti rimane dentro, nel cuore e nella mente.