Recensione a “Buio prendimi per mano”

“BUIO PRENDIMI PER MANO” di Dennis Lehane

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Sfogliando un dizionario inglese-italiano si scopre che thrill significa brivido, fremito, palpito. Da qui la definizione di thriller, riferita a: “Fiction che utilizza la suspense, la tensione e l’eccitazione come elementi principali della trama.” (Così Wikipedia).

Ed è proprio la citata definizione di thriller la più adatta a qualificare il romanzo in parola, dove il lettore è sempre più trascinato nel torbido (per non dire: cattiveria) della mente umana.

Scritto in prima persona come i polizieschi classici degli anni ’30 e ’40 del Novecento, dei quali richiama l’uso centellinato di un certo humor, “Buio prendimi per mano” fa del ritmo e delle “immagini” che trasmette a chi si cala in esso il suo punto di forza.

Certo, alcuni personaggi (esempio: Bubba o Angela “Angie” Gennaro) possono apparire stereotipati, così come lo scontro finale tra l’eroe e il cattivo può apparire parecchio cinematografico.

Eppure, considerati nel suo insieme, tutti i singoli capitoli hanno il loro perché, la loro giustificazione e rendono quello in oggetto un ottimo esempio di genere.

Buona lettura!