Intervista a Serena Donvito

Il Circolo Fozio è lieto di ospitare Serena Donvito, autrice ed editor.

Serena: innanzitutto grazie per essere qui con noi!

Grazie a te, ma non farmene pentire!

Pronta a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?

Assolutamente no, intervista finita?

Assolutamente no, per cui: cominciamo!

A tuo rischio e pericolo!

Vedremo…!

Dunque….Perché, come e quando è nato il progetto “Adele e Nicolò. Eroi 2.0” che ti vede co-Autrice insieme a tua figlia adolescente?

Era una di quelle giornate uggiose in cui la voglia di fare qualcosa è pari a zero. Ero sul mio letto, leggevo, e mia figlia si presentò con la casa delle bambole. In quel preciso momento mi sono chiesta perché non l’avessi ancora fatta fuori, la casa delle bambole, ovviamente. Mi chiese di giocarci, ma la mia espressione deve aver parlato per me. Le ho proposto di prendere quaderno, penne e inventarci una storia. Per rendere il tutto più interessante ho avanzato l’idea di scrivere un paragrafo a testa, senza consultarci. Siamo andate avanti così per quasi tre ore, ed è venuto fuori il primo racconto. Un giorno ne ho parlato con Stefania Convalle, editore con cui già collaboravo, e lei ha avuto l’idea di scriverne altri e raccoglierli in un libro che ha poi pubblicato.

Come è stato e, soprattutto, cosa ti ha insegnato lavorare con tua figlia (all’epoca studentessa elementare)?

Ho scoperto suoi lati che percepivo ma che non ero ancora riuscita ad afferrare totalmente. Non dovendo attenersi ad alcun tipo di schema si è lasciata completamente andare. Alla fine di ogni racconto c’è un diario in cui i protagonisti traggono le conclusioni dell’avventura vissuta. Quelle parti sono tutte sue. Volevo che lì ci fossero solo ed esclusivamente i suoi pensieri. Ciò che ha scritto mi ha fatto capire cose in più del suo mondo.

La tua attività è “fare l’editor”: ma che cos’è, “cosa fa” un editor?

Ti dico cosa faccio io e te lo spiego parlandoti di un libro che conosci e che hai recensito: “I passi della follia” di Massimo Mirandola. C’era una storia, mille modi per svilupparla, tante idee, possibilità, un ginepraio in cui doversi districare. Ho aiutato Massimo a mettere ordine, a capire quale delle sue idee per lo sviluppo fosse la migliore, la più funzionale, l’ho accompagnato, senza sostituirmi a lui. Non è facile inserirsi nel lavoro di un autore, ci vuole rispetto, perché quella è la sua creatura e dietro ci sono notti insonni, dubbi, etc… Mi è capitato di parlare con autori fortemente destabilizzati dalla loro esperienza con un editor. Concetti presi, ribaltati, storie completamente rimaneggiate, ecco, questo modo non mi piace. Un editor non deve diventare un ghostwriter, deve spolverare e far brillare un’opera, trovare il modo di valorizzarla, non riscriverla, altrimenti vuol dire che non credeva nell’idea iniziale. Ma questo è solo il mio modestissimo parere!

Indipendentemente dal genere, cosa deve avere un autore/autrice per attirare la tua attenzione?

Molto semplice, deve farmi dire “wow” oppure “però!” Quando intraprendo la lettura devo avere la mente libera da ogni tipo di giudizio o pregiudizio. Non pretendo di trovare la perfezione, mai. Oggi però questo va di moda. I lettori sono diventati molto esigenti, molti si scoprono improvvisamente critici letterari e a volte bocciano o fanno le pulci a libri di tutto rispetto volendo trovare a tutti i costi qualcosa di negativo da segnalare perché “fa figo”. Ho letto cose molto belle, altre da far sanguinare gli occhi, non puoi immaginare, ma mi ci sono sempre approcciata con rispetto perché dietro c’è il lavoro di qualcuno che ci crede.

Per lavorare con te occorre (e non dire solo “pazienza”)?

Quale pazienza, io sono una santa! Scherzi a parte… occorre voglia di mettersi in gioco, di non mettere mai in standby la creatività, avere il coraggio di prendere un capitolo e stravolgerlo se nel frattempo è sopraggiunta un’idea migliore. Cose semplici, no?

Perché leggi (e scrivi)?

Leggo perché mi rilassa, mi fa isolare da tutto ciò che mi circonda. Leggere per me equivale a un modo per coccolarmi. Scrivo perché a volte ci sono emozioni, sensazioni, che premono così forte da doverle fare assolutamente uscire in qualche modo. Ma spesso sono scritti che rimangono solo miei.

Che donna è Serena?

Serena è una donna che se sente uno strano rumore in piena notte si alza e va a vedere, e che se ha un insetto davanti lo prende in mano e lo lancia fuori dalla finestra. Consapevole di quello che è diventata e di tutto ciò che ha dovuto superare per essere quella che è oggi. Sono una persona capace di grandi trasporti, amo con forza e ho la capacità di odiare con la stessa potenza, e come vedi non mi faccio problemi a dirlo, il buonismo non mi appartiene. Il rispetto per gli altri, per i loro sentimenti ha per me una grande importanza e vorrei che fosse fondamentale per chiunque, ma mi accorgo ogni giorno che non è così. Rispetto le Donne, ma quelle vere, con la D maiuscola e allontano quelle inclini a bassezze o a comportamenti adolescenziali. Amo scherzare ma odio la superficialità. Do tantissimo alle persone a cui voglio bene, a quelle che amo ancora di più ed è uno dei motivi per cui per me queste persone sono intoccabili. Sono una donna con un carattere ben definito ma sempre disposta a scendere a compromessi, a comprendere, a ricredermi.

Lavori di casa: tabù o?

Qualcuno dovrà pur farli! Sono una persona molto organizzata e anche per la casa ho un programma che porto avanti giornalmente, anche se spesso a orari improbabili, per non rimanere indietro o ritrovarmi nel fine settimana sepolta dalle cose da fare.

A tuo giudizio di addetta ai lavori: scrivono meglio gli uomini o le donne? Giustifica la risposta.

Entrambi, non vedo distinzione uomo/donna in questo campo.

Un sogno nel cassetto?

Quel cassetto è rimasto chiuso per anni. Qualche mese fa ho iniziato timidamente ad aprirlo. Uno dei sogni ha iniziato inaspettatamente a realizzarsi giorno dopo giorno e aspetta di arrivare al suo apice. Poi ce n’è un altro che ha bisogno di più tempo, ma quando vedrà la luce mi potrò ritenere soddisfatta. Sì, lo so, sono stata un po’ criptica in questa risposta, volutamente!

Ringraziamo Serena Donvito per essere stata nostra ospite!

Grazie a te, è stato divertente!

Alla prossima!