Incontro con Mons. Erio Castellucci, Gherardo Colombo, Luigi Manconi – Rassegna “Ne vale la pena” – Auditorium San Rocco – 08/11/2022

Lo scorso martedì 8 novembre 2022, nell’ambito della rassegna “Ne vale la pena”, nella suggestiva cornice dell’Auditorium “San Rocco” in Carpi, il giornalista Pierluigi Senatore ha colloquiato con ospiti illustri: Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo-Abate di Modena-Nonatola, Vescovo di Carpi, Vice Presidente per l’Italia settentrionale della Conferenza Episcopale Italiana; Gherardo Colombo, uno dei magistati simbolo del Pool – Mani Pulite nei primi anni ’90 del secolo scorso; Luigi Manconi, giornalista, docente universitario, scrittore ed ex senatore.

(nelle foto, da sinistra a destra: Mons. Erio Castellucci, Pierluigi Senatore, Luigi Manconi, Gherardo Colombo)


Tra il pubblico erano presenti il Prefetto di Modena, Dott.ssa Alessandra Camporota; l’Assessore alla Cultura del Comune di Carpi, Davide Dalle Ave; e il Sindaco del Comune di Carpi, Alberto Bellelli (in piedi nelle foto), il quale, non solo ha portato i saluti della Città agli Ospiti ma ha introdotto l’argomento della serata con richiami fondanti, primo fra tutti a Cesare Beccaria.

Argomento, tema dell’incontro: il carcere e sue alternative.

Pierluigi Senatore ha letto alla platea alcuni commenti – contro, tratti dai social media, sottolineando con sgomento, misto ad amarezza, la loro provenienza da addetti al settore. E dopo aver (retoricamente) chiesto se fra i presenti vi fosse qualche autore di tali “messaggi” si è rivolto a Luigi Manconi:

“Il carcere funziona o no?”

Luigi Manconi. Il Libro (Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini; vedi sopra la copertina) non ha nulla di utopistico ma è un programma politico radicale di riforma del carcere; mira a renderlo superfluo fatto salvo il 10% circa della popolazione carceraria considerata pericolosa. Il Libro non è provocazione, bensì è un progetto.

Digressione: la gestione del rave-party di Modena del 31 ottobre scorso [evento che ha catalizzato i media, soprattutto per la concomitante nascita del nuovo Governo], da parte del Prefetto [come accennato, presente in sala], si è dimostrata razionale e intelligente. La repressione riproduce all’infinito i fenomeni. Il negoziato è governo intelligente dei conflitti sociali.

Ripresa. Nel 2022 si sono verificati 75 suicidi in carcere. In carcere ci si suicida 16-17 volte rispetto a quanto accade fuori dal carcere. Senza dimenticare che, negli ultimi dieci anni abbiamo avuto 100 suicidi tra i poliziotti penitenziari.

Il carcere è una macchina patogena. La recidiva tra coloro che espiano la pena all’interno di una cella “chiusa” raggiunge il 69%. È dimostrato che, con soluzioni alternative (arresti domiciliari; sanzioni pecuniarie; lavori socialmente utili), la recidiva può raggiungere il 4-20% dei casi. Il carcere è una macchina criminogena: riprodue i reati all’infinito.

No abolire la pena ma abolire quel tipo di pena che prevede la reclusione in cella “chiusa”. Nella Costituzione si parla di pena, mai di carcere. Abolire il carcere significa tenere presente che il 33% circa dei carcerati sono tossicodipendenti (hanno violato il Testo unico stupefacenti -DPR 309/1990, modificato con D.M. 23 febbraio 2022 e 29 luglio 2022) o hanno commesso reati in dipendenza da droghe.

È conveniente e ragionevole evitare la recidiva. A noi “liberi” conviene che il carcere suia qualcosa di diverso da quello che è oggi.

Pierluigi Senatore. Citando don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano: “bisogna portare in carcere leggi di umanità”.

“Come fare?”

Mons. Erio Castellucci. La vera umanizzazione della pena è la riduzuine del carcere allo stretto indispensabile [il 10% di cui sopra]. La violenza chiama violenza, prepara la vendetta. È importante il lavoro all’interno delle carceri: purtroppo solo 11% dei carcerati ne possono usufruire. Una giornata oziosa è terribile: non fornisce dignità alle persone, fa aumentare il risentimento.

Pierluigi Senatore.

“Il perdono a chi spetta, specie quando la vittima muore? I familiari possono perdonare?”

Mons. Erio Castellucci si è mostrato cauto sull’argomento. Può essere concesso solo da chi è vittima. È un cammino lungo, faticoso, fatto di ripensamenti e di blocchi. “Libera il cuore dal desiderio di vendetta che non si sazia mai e diventa desiderio di riconciliazione” citando Maria Agnese Moro [figlia dello statista Aldo Moro ucciso dalle B.R. in occasione di un incontro da lei avuto con un brigatista rosso]. Gesù, sulla croce, chiede a Dio di perdonare…

[libro citato da Luigi Manconi]

Pierluigi Senatore.

“Il Pool Mani Pulite è accusato di aver usato il carcere come sistema di pressione”

Gherardo Colombo. Ha espresso il suo malcontento circa le accuse che da trent’anni gli sono rivolte: aver abusato dello strumento carcerario e aver salvato un partito politico… Ha ricordato come, a fronte delle migliaia di persone arrestate nel biennio 1992-1993, specialmente per piccolo spaccio, resistenza a pubblico ufficiale, furto/tentativo di furto, Mani Pulite abbia prodotto circa 900 arresti basati principalmente sull’art. 274 c.p.c. [che sanziona il pericolo di inquinamento prove, il pericolo di fuga, il pericolo di reiterazione del reato]. Ha poi snocciolato le percentuali di ripartizione delle tangenti tra i partiti [37,5% al PSI, e via via agli altri in ragione della loro importanza]. Ha ricordato come prima di Tngentopoli 1 Km della metropolitana di Milano costasse 80 miliardi di lire, mentre dopo si fosse passati a 45 miliardi. Soprattutto ha sottolineato la necessità di passare dal sistema colpa/pena a quello responsabilità/danno.

Luigi Manconi. Incontro tra autori reati efferati e vittime/familiari: la critica più dolorosa è che sia un sogno.

In Germania il 50-60% delle pene sono pecuniarie, che tengono conto del patrimonio del “colpevole”.

Il carcere produce morte, è patologico e non ha capacità di redenzione.

Citazioni religiose: visitare i carcerati. Sono venuto sulla Terra per liberare i prigionieri [il riferimento non è tanto al Vangelo di Luca, menzionato da Manconi, bensì la Lettera agli Efesini 4:8 “Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri”]. Essere prigioniero è qualcosa di disumano. Ma Riina deve stare in carcere? Assolutamente sì! Siamo nel 10%. Anche perchè non siamo riusciti a inventare un modo per impedire a Riina di nuocere che non sia la cella chiusa.

Pene:producono conseguenze che sono peggiori del male chiamato a sanzionare. Di fronte a un reato siamo capaci di prevenire la sua diffusione con strumenti che non ledano la sofferenza, non tanto soltanto il benessere dei detenuti ma anche quello dei cittadini? Secondo i cittadini in carcere vi è chi ha ceduto a tentazioni, ma anche i cittadini hanno conosciuto le tentazioni, soolo che sono riusciti a resistere. Il cittadino rimuove la realtà carceraria perchè è fonte di turbamento. Rimozione deriva dal linguaggio edilizio: portare via macerie ma, anche, cancellare debiti dell’anima/inconscio. Interessarci del carcere ci dà consapevolezza, ci aiuta a capire il mondo.

Pierluigi Senatore.

“Come fare per superare l’ipocrisia nel mondo cattolico circa il carcere, recuperare le pecorelle smarrite?”

Mons. Erio Castellucci. Aiutare con atteggiamenti “scomodi”, non togliere gli occhi. Anche la morte, i cimiteri, disturbano. Occorre provocare qualche reazione in sede di dibattito. Il male produce altro male. Ha richiamato l’episodio del vagone ferroviario nel qual venne firmata la resa della Germania alla Francia al termine della I. Guerra Mondiale e dove Hitler fece firmare la resa alla Francia nel 1940.

Pierluigi Senatore.

“Carcere che non uccida la speranza di chi vi è recluso. Come si fa a portare speranza in carcere?”

Gherardo Colombo. Ha citato esempi dei Paesi nostri vicini: Francia, Svizzera, Austria. I detenuti possono avere rapporti con i parenti. In Norvegia il carcere è strutturato perchè i carcerati diventino capaci di vivere fuori. In Norvegia la pena massima è 22 anni di carcere [è stato fatto l’esempio di Andres Breivik, l’autore della strage di Utøya e Oslo]. Lo strumento che non ci dà sicurezza è il carcere. Il percorso di giustizia riparativa è lungo.

[libro citato da Gherardo Colombo]

Pierluigi Senatore.

“In conclusione: alternative al carcere?”

Luigi Manconi: guardare esperienza degli altri Paesi, a partire da quelli più vicini al nostro; incontrare il carcere! A esempio, attualmente sono attivi 50 laboratori di scrittura creativa, un modo per emancipare il criminale facendogli esprimere le proprie capacità.

Fine.