“GENTE DELLA TERRA SANTA” DI MAHMOUD SUBOH
Intervista all’Autore:
https://ilcircolofozio.altervista.org/intervista-a-mahmoud-suboh/
RECENSIONE A CURA DI BENIAMINO MALAVASI
“Gente della Terra Santa” è un viaggio, una scoperta, la rivelazione di un mondo solo apparentemente lontano da noi; un mondo bello, ricco di umanità, dilaniato da decenni di scontri armati: la Palestina.
Grazie a Mahmoud Suboh possiamo camminare lungo le sue strade, a volte semplici sentieri, entrare nelle case, spesso di pietra, spesso composte da poche stanze, gustarci un the alla menta o un caffè amaro insieme ai vicini; grazie all’Autore possiamo inebriarci dei suoi sapori e dei suoi odori, un luogo dove il rispetto e l’amicizia sono ancora genuini, dove la fede in Dio aiuta a credere in un domani migliore.
L’Autore, ci fa conoscere una cultura meravigliosa, ricca di storia, di tradizioni, di colori, senza dimenticare l’arte più importante: quella culinaria! Poi, come è giusto che sia in un’opera come questa, non manca l’uso di termini arabi, prontamente tradotti in italiano.
Soprattutto, il grande merito di Mahmoud Suboh consiste nel messaggio che permea il libro; messaggio diretto a tutti noi e ai nostri figli: egli, infatti, ci insegna che l’integrazione tra genti diverse è possibile, deve essere possibile, anche se non tutti sono disposti ad accettarla (“Alla ricerca del Paradiso nell’Inferno di Dante”).
Sono pagine, parole, potenti scritte con parole semplici, le migliori per raggiungere l’obiettivo: scaldare il cuore del lettore.
Poesia (“Una fiaba palestinese”), racconto fantastico (“Il vecchio e il passerotto”), il tema del ritorno (“Gente di Terra Santa”) ma anche ironia (“La morte intellettuale e la dentiera della nonna”) sono solo alcune delle sfaccettature alle quali Mahmoud Suboh ricorre per far partecipe il lettore dei propri pensieri e dei propri sentimenti. In particolare, “Una fiaba palestinese” è, sì, una lirica struggente ma, anche, un incipit intenso, poderoso, che, da un lato, mostra la levatura dell’Autore e, dall’altro lato, crea quell’atmosfera, oserei dire magica, destinata ad accompagnarci lungo tutto il percorso di lettura.
Quindi, tante sfaccettature, ma, tutte, con un comune denominatore: l’amore per la propria Terra e il sogno che, prima poi, in essa possa tornare a respirarsi il profumo della libertà e della pace!
Che altro aggiungere? Oltre al classico “buona lettura”, mi sembra doveroso ringraziare l’Autore per ciò che ci ha donato: il capire che l’ “altro” siamo noi e non accettare a scatola chiusa ciò che dice la massa.