“PROFEZIA VATICANA” di José Rodrigues Dos Santos
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Terminata la lettura di questo romanzo, il primo aggettivo che viene in mente è: pessimo.
“Un pessimo lavoro, fatto malissimo”, recita il vocabolario della lingua italiana “Zingarelli” a mo’ di esempio; e mai definizione fu più rispondente al caso di specie.
E dire che sarebbe bastato rileggere lo scritto prima di darlo alle stampe (e metterlo in vendita…) per ovviare alla stragrande maggioranza di errori e strafalcioni: punteggiatura, modi verbali, singolari e plurali, termini simil-dialettali (ove non richiesto dal contesto)….
Certo, anche l’Autore vi ha messo del suo (ad esempio) introducendo personaggi e situazioni poco credibili (si pensi all’esperta contabile Catherine Rauch; “esperta”?; o a come Tomas Noronha, da solo e senza armi, riesca a fare quel che è descritto…); e facendo affermazioni storicamente sbagliate (Giulio Andreotti ha rivestito la carica di Presidente del Consiglio sette volte e non tre…); il tutto dove l’intreccio richiede che quegli eventi e quei personaggi storici siano rilevanti…
Ma è la trama nel suo complesso a risultare debole. Invero, se da un lato Rodrigues Dos Santos ha mostrato onestà intellettuale nell’ammettere di aver tratto ispirazione per la sua opera da diversi saggi (e, in particolare, quelli curati dal giornalista italiano Gianluigi Nuzzi); dall’altro lato il romanzo si rivela come nient’altro che una pedissequa ripetizione (per non dire altro) degli scritti di Nuzzi.
È proprio la mancanza di originalità (e la grossolanità nello sviluppo dei temi proposti) ad inficiare quella che sarebbe stata l’idea di partenza del romanzo de quo: le difficoltà (e relative opposizioni) di un Papa (modellato su Jorge Bergoglio – Papa Francesco) a ripulire e rinnovare la Curia pontificia.
Da salvare è il ritmo impresso nelle (poche) pagine che lo richiedono. Per il resto noia e fastidio.
“Profezia Vaticana” è un passo falso di un autore che, in opere precedenti, ha dimostrato di avere stoffa. Peccato.