Recensione di “La voce del ghiaccio”

“LA VOCE DEL GHIACCIO” di Simone Moro

Recensione a cura di Antonella Raso

A 44 anni e con 44 spedizioni alle spalle, nel mezzo di una straordinaria carriera alpinistica, Simone Moro ha sentito l’esigenza di raccontarsi. La passione per l’esplorazione e l’avventura gli ha permesso di accettare i rischi che comporta l’alpinismo, e di comprendere il valore nascosto in ogni rinuncia, importante tanto, e forse più, di qualsiasi successo.

Questo libro è stato scritto quasi interamente durante un’ascensione nel dicembre 2011 a un ottomila in Pakistan, il Nanga Parbat, il letale “re dei monti”. Solo tra quei ghiacci, Simone ha trovato la concentrazione necessaria per tornare alle sue imprese passate: con un’autenticità emozionante, l’alpinista conduce i lettori da una tappa all’altra di un cammino unico che lo ha visto tentare un sogno “quasi impossibile”: affrontare le massime vette del pianeta nella stagione più ostile.

Venti a 115 km/h, temperature di -50°C, nottate in parete, principi di congelamento, migliaia di metri di dislivello percorsi tra neve, ghiaccio e corde fisse, in tutto questo l’alpinismo è un mondo pieno di misteri: cosa spinge un uomo a “conquistare” le montagne più elevate della Terra in condizioni estreme?

Il più delle volte sono spedizioni ostiche, a bassissima percentuale di successo, quando purtroppo l’esaltazione rende l’uomo incosciente e distaccato dallo spirito di sopravvivenza ma, per fortuna, Moro in questo tranello non c’è mai cascato, lui ha sempre avuto il massimo rispetto per la montagna.

Sicuramente passione amore e sacrifici sono ingredienti che non mancano in questo romanzo-documentario che coinvolge il lettore nelle esperienze in alta quota dell’Autore; molto interessanti anche gli intervalli al racconto della spedizione in corso con quelle passate e le foto inserite all’ interno del volume.

Una lettura piacevole, scorrevole, mai pesante e per chi è appassionato di montagna, un grandissimo esempio da seguire.