“IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE” di Jonas Jonasson
Recensione a cura di Beniamino Malavasi.
Terminata la lettura di questo corposo romanzo, mi son chiesto: “Mi è piaciuto?”
Scritto con la tecnica classica del doppio binario che vede alternarsi presente – progressione storica del personaggio principale (nel nostro caso il centenario del titolo: “Allan Karlsson), “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” ben può essere letto come una messa alla berlina di alcuni fra i grandi protagonisti del ‘900, le cui imprese risulterebbero pesantemente influenzate dallo (di fatto) scaltro Allan Karlosson.
Una sorta di Forrest Gump in salsa svedese, ma più cinico e molto meno ingenuo del personaggio creato da Winston Groom e reso celebre dall’omonimo film diretto da Robert Zemeckis, e che fa dell’inverosimiglianza e dell’assurdità degli eventi che contribuisce a creare il suo punto di forza.
Tornando alla domanda iniziale (“Mi è piaciuto?”) posso rispondere che, indubbiamente, le prime pagine hanno creato un sincero interesse (misto a stupore e divertimento) sul “come” la trama si sarebbe sviluppata (e conclusa).
Interesse, tuttavia, destinato pian piano a scemare vista la ripetitività del cliché narrativo, sommata a una eccessiva lunghezza del testo.
Peccato.
Da segnalare, infine, che il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki fu compiuto da bombardieri Boeing B-29 “Superfortress” e non da Boeing B-52 “Stratofortress” (all’epoca non esistente) come erroneamente riportato nel libro.