“GIULIO II. Il Papa del Rinascimento” di Giulio Busi
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Papa Terribile, Papa Guerriero: sono solo alcuni, e non proprio lusinghieri, degli appellativi affibbiati a Giuliano della Rovere, meglio conosciuto come Giulio II, papa dal 1503 al 1513.
Eppure… eppure leggendo la biografia di questo vulcanico personaggio, più volte dato per morto e più volte resuscitato, artefice di alleanze politiche costruite e ribaltate in un batter di ciglia, attore di furibondi litigi con i sui artisti (Michelangelo in primis) non può farsi a meno di sorridere.
Invero Busi descrive Giuliano/Giulio con benevolenza, quasi con indulgenza:
“Dietro al papa guerriero e collerico scopriamo così il religioso di solida cultura, l’amante della compagnia femminile, il padre premuroso della bella e saggia Felice, l’uomo afflitto dalla solitudine. È l’altra faccia del mito, il teatro delle ombre che accompagna le luci di un’Italia nella sua massima fioritura.” (dalla seconda di copertina).
Il libro è strutturato in due parti, separate da un discreto apparato iconografico: la biografia vera e propria, che impegna circa centoventi pagine; e i commenti ai vari capitoli, con note e riferimenti bibliografici, per un ulteriore centinaio di pagine. In chiusura, l’indice dei nomi.
Che altro aggiungere?
Non aspettatevi un asettico elenco di date, luoghi, eventi: certo, nel libro ci sono anche loro, ma più come complemento che come soggetto. Ed è questo il segreto dell’opera di Busi: strutturare lo scritto come un romanzo (storico) ponendo al vertice della piramide narrativa la persona, l’essere umano Giuliano/Giulio, con i suoi eccessi, la sua caparbietà, la sua (come detto sopra) solitudine e i tradimenti subiti.
“Non un po’, tutto. Tutto il potere, senza limiti, senza compromessi, senza rivali. Lo ha inseguito per una vita intera e ora lo ha raggiunto.”