Recensione a “Ulisse”, romanzo di James Joyce

“ULISSE” di James Joyce

Recensione a cura di Cristina Costa

PARTENZA 1 GIUGNO 2019 – ARRIVO 14 AGOSTO 2019

Promessa a me stessa mantenuta!

Che dire dopo aver letto un’opera mundi del genere? Posso solo rimanere senza parole davanti alla grandezza e potente genialità di questo Artista.

Ho affrontato la lettura con timore e paura di non farcela…Joyce mi ha fatto ridere, incazzare, commuovere, pensare, riflettere, studiare, confrontare…

Ringrazio la mia compagna di viaggio Maria Grazia per aver condiviso con me quest’Odissea.

E ringrazio Chi mi ha fatto ri-scoprire la buona lettura, quella senza tempo, quella che si può rendere sempre attuale, quella che ti arricchisce quella che SEGNA I PUNTI DI SVOLTA!

Cosa mi ha lasciato questo viaggio?

Il desiderio ardente di stimolare e far nascere la voglia di intraprendere questa lettura a più gente possibile.

Quindi, perché leggere l’Ulisse?

Per il piacere di fare qualcosa di difficile, per tentare un’ardua impresa, per dire: “Ebbene SI! Io l’ho letto!”.

Perché leggere l’Ulisse?

Perché è musica! Joyce gioca divinamente con le parole: le inventa, le spacca, le disintegra, ridà loro nuova vita, riducendole a suono puro e alla loro essenza primordiale.

Perché leggere l’Ulisse?

Per il piacere di perdersi nelle strade di Dublino e lasciarsi travolgere dai loro rumori, colori, odori. Lasciarsi attrarre dalle vetrine dei negozi e dei ristoranti, dai mercati, dagli uffici, dalle osterie, lasciarsi ammaliare dai quartieri a luci rosse.

Perché leggere l’Ulisse?

Perché è la storia di un uomo qualunque, un ordinary man, il piccolo ebreo Leopold Bloom.

È il racconto di una giornata qualunque che diventa storia di una vita intera.

È l’eroe di una vita mediocre. Apparentemente tranquillo ma in realtà pieno di angosce, paure, timori, slanci, fallimenti, tradimenti.

È un uomo pieno di pace, amore, giustizia, tolleranza, trasporto, poesia, tristezza, insicurezza.

È un padre mancato, un marito mancato, un amante mancato ma uomo vero, nella sua più piena dignità.

Nonostante le incertezze e i vacillamenti, è un uomo creativo, sempre pronto ad adattarsi alla realtà circostante, come davanti ad un’isola sconosciuta: quell’isola è Itaca, che alla fine conquisterà sul fare della notte, come ogni uomo che ritorna a casa dopo l’odissea di una giornata qualunque.

Perché leggere l’Ulisse?

Perché è anche la storia di una giovinezza senza guida, complicata, sofferta, ribelle, agitata, accidiosa, anarchica, insoddisfatta, quella di Stephen Dedalus, un giovane artista che crede fermamente nella forza dell’arte e nella libertà dello spirito e che non tollera nessun tipo di catene né familiari, né politiche, né religiose.

Perché leggere l’Ulisse?

Semplicemente perché non si può vivere senza aver conosciuto Molly Bloom!

Molly è LA donna in tutto il suo insondabile eppure evidente mistero.

Molly con il suo meraviglioso soliloquio chiude il sipario su quest’opera-mondo.

Molly afferma la potenza e la bellezza del corpo in tutte le sue parti.

È energica, moderna, passionale, sfrontata, erotica, volgare, ammaliante, attraente, traditrice, romantica, gelosa, crudele.

Molly è madre e strega; Molly è tutti gli uomini e tutte le donne; Molly è donna e bambina; Molly è passione e tormento.

Il monologo caotico di Molly riflette il suo caos interiore che è, allo stesso tempo, sinonimo di rinascita con i suoi ripetuti SI, Si al suo corpo, SI alla vita, SI all’amore.

Molly è l’incarnazione dell’essere donna, della femminilità intesa come forza creatrice e rigeneratrice, parodia del divino.

Sola, nella stanza chiusa, isolata dallo scorrere delle cose al di fuori, ripensa all’orgasmo avuto con Boylan e a Stephen, a come sarebbe giacere con lui e infine ripensa alla proposta di matrimonio di Bloom a Gibilterra, luogo delle mitiche colonne d’Ercole, che l’Ulisse dantesco aveva superato; lì tutto ha avuto inizio con quel “SI”.

È lei, davvero, la madre terra da cui si parte e a cui si ritorna… 

P.S. “Non è per un lettore sbadato tale lettura” – Italo Svevo