Recensione a “Maledetto Baudelaire!” romanzo di Jean Teulé

“MALEDETTO BAUDELAIRE!” di Jean Teulé

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Jean Teulé, raffinato romanziere francese, in questa biografia molto romanzata, ripercorre la vita di Charles Baudelaire e della sua opera più controversa: Les Fleurs du mal [I fiori del male].
L’infanzia del Poeta è segnata dal trauma: resta orfano di padre e la sua adorata madre si risposa, pressoché subito, con un giovane ufficiale, scatenando in lui quei rancore e odio che si ripercuoteranno verso tutto il genere femminile.
Baudelaire sperpera tutto il patrimonio ereditato dal padre conducendo una vita scellerata all’insegna dell’eccesso:

“Oppio, laudano, hashish sono rapimento per la mente! È questa la panacea dei dolori umani?”

Contrae la sifilide, orribile malattia che infetta e consuma fino alla morte.

La sua tormentata relazione con Jeanne Duval crea molto scandalo: lei è una prostituta di colore, ma lui la eleva a sua musa: la sua vampira incantatrice, il suo sole nero.

Baudelaire conduce una vita da bohemien, frequenta le sale degli artisti, la Parigi che romanza, rima, dipinge e scolpisce in un contesto storico ricco di stravolgimenti: i tumulti sovvertono l’ordine delle cose, il re Luigi Filippo fugge da Parigi e viene proclamata la Seconda Repubblica.
Finalmente pubblica il suo libro ma i suoi versi sono giudicati un oltraggio alla morale, viene condannato e costretto a eliminare parte delle sue poesie, ma la messa al bando ha reso la sua leggenda ancora più grande: per tutti diventa il Poeta maledetto che ha immortalato la bellezza del male e, a distanza di duecento anni, non si è ancora spento il fuoco dei suoi versi.
L’Autore, usando un linguaggio crudo e immagini molto forti, ci narra la vita errabonda del Poeta parigino dell’Ottocento, rimarcando il fatto che, senza le tenebre, non avremmo conosciuto la bellezza sempiterna dei suoi versi, che sono quindi inscindibili dai suoi demoni interiori.

“Un poeta già vecchio, senza famiglia, senza figli, degradato dalla miseria e dall’ingratitudine del pubblico, e nella cui catapecchia il mondo immemore non vuole più entrare … Drogato fino al midollo, oppresso dai debiti, ricercato per tutta Parigi dai creditori e gli ufficiali giudiziari alle calcagna …. Ma cosa importa l’eternità della dannazione a chi ha trovato in un secondo l’infinito del godimento?”.