Legio M. Ultima sfida all’Impero – I Demiurghi
Intervista agli Autori:
https://ilcircolofozio.altervista.org/intervista-ai-demiurghi/
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Devo premettere che il genere “fantasy” non rientra nei miei preferiti; tuttavia, ammetto che la lettura di questo romanzo mi ha fatto ricredere!
Già il “nom de plume” scelto da..Autore? Autrice? Autori? Autrici?…solletica l’interesse del lettore e, vien da dire, ben si attaglia alla struttura del romanzo: “I Demiurghi”. Il “demiurgo” è, infatti, figura filosofica e, al tempo stesso, mitologica (trattandosi di essere divino dotato di capacità creatrice e generatrice), descritto per primo da Platone nel “Timeo”.
Lo stesso tipo di finale ha il suo perché: è aperto. Se, infatti, tradizionalmente quello aperto è un finale che non piace ai lettori causa il suo carattere, diciamo così, precario, qui si giustifica alla luce della volontà dei Demiurghi di dare un seguito a quest’opera e ciò, per quanto letto, mi sembra una buona idea.
Ma dentro al romanzo cosa c’è? Mi verrebbe da rispondere tutto quello che cerca un lettore desideroso di adrenalina, ma anche di storia, di sentimento e di mitologia.
Adrenalina che è data dalla descrizione dei combattimenti, spesso cruenti, che i protagonisti devono sostenere per portare a termine le missioni via via loro assegnate.
Sentimento, anzi, sentimenti che pervadono i vari soggetti del romanzo, arrivando ad obnubilare le loro menti e a guidarli ad azioni non sempre limpide. Il concetto di sentimento, infatti, copre tutto l’arco del “sentire” dell’essere umano, quindi può essere positivo (affetto, amore), ma, anche, negativo (invidia, odio); e, qui, si ritrova l’intero ventaglio delle percezioni.
Mitologia, esseri soprannaturali (uno per tutti: il Lupo), dei, incantesimi, ma, anche, sette e riti esoterici; elementi ben miscelati a quello portante del romanzo: la storia. Non dobbiamo, infatti, dimenticarci che, quello in esame, è, di base, un romanzo storico. L’ambientazione è collocata nel tardo Impero Romano, sotto il regno di Diocleziano, famoso tanto per le persecuzioni contro i cristiani quanto per l’instaurazione della Tetrarchia, ovverosia la suddivisione dell’Impero in quattro macro –aree, preludio alla separazione definitiva tra Oriente ed Occidente.
Il libro è strutturato in sezioni, brevi racconti che accompagnano il lettore attraverso le vicissitudini vissute dai vari protagonisti del romanzo. Sono proprio i protagonisti o, meglio, il diverso peso loro riservato dai Demiurghi a costituire uno degli aspetti meno felici dell’opera: forse un miglior bilanciamento aiuterebbe il lettore a meglio comprendere i meccanismi comportamentali dei vari soggetti. Così come certi passaggi narrativi, certi collegamenti tra le varie situazioni non sono ben oliati, a discapito di una lettura che, comunque, nel suo complesso può dirsi fluida ed accattivante.
Buona l’idea della legenda finale ove sono descritti i termini particolari usati nel corso della narrazione.
Da ultimo, il lettore più attento non mancherà di notare il chiaro riferimento ad uno dei peggiori fatti cronaca nera che hanno scosso il nostro Paese: l’attentato di Via D’Amelio. A voi capire come i Demiurghi lo abbiano inserito nel romanzo…