Recensione a “Il sigillo dei tredici massoni” romanzo di G. L. Barone

“IL SIGILLO DEI TREDICI MASSONI” di G.L. Barone

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Non male questo thriller di G.L. Barone.

Alberto Zorzi, Presidente del Consiglio dei ministri italiano, è vittima di un attentato in quel di Monaco di Baviera.

Chi ha voluto ucciderlo? Perché è stato ucciso?

Come tutti i libri, siano essi romanzi o saggi, anche quello in esame va analizzato nei suoi due aspetti fondamentali: 1) cosa dice; 2) come lo dice.

Sul punto 1) arriveremo a breve.

Quanto al punto 2) chiediamoci: il “come” è credibile? Il romanzo sta in piedi?

Chi scrive è tentato di rispondere affermativamente a entrambe le domande.

Oltre tutto l’Autore mostra di sapere come strutturare un thriller che si rispetti: capitoli (relativamente) brevi, non (sempre) consequenziali; buon uso del flash-back posizionato dove serve; finale giustificato e non così scontato (colpo di scena incluso); ritmo narrativo sostenuto fino all’ultima pagina.

Torniamo al punto 1), al “cosa” dice Barone o, meglio, a qual è il presupposto di tutta la vicenda.

Partiamo dal titolo, accattivante nel suo richiamo alla sempre discussa massoneria. In realtà, compassi, grembiuli e Occhio della Provvidenza, c’entrano con la trama, ma fino a un certo punto; volendo più un mezzo che non un fine.

Quindi: qual è l’argomento di cui parla il Sigillo dei tredici massoni?

Lo dice l’Autore nella sua Nota e nella Nota storica, entrambe in calce al romanzo.

Diritto di signoraggio (cioè l’insieme dei redditi derivante dall’emissione di moneta – dalla Voce omonima sull’enciclopedia reperibile in Rete Wikipedia); l’Ordine Esecutivo 11110 – inerente la legittimazione governativa a battere moneta – approvato da John Fitzgerald Kennedy pochi mesi prima di morire e relative teorie del complotto…

In dette Note, astutamente Barone dichiara di non voler prendere posizione circa la tesi da seguire, invitando il lettore a informarsi come meglio crede.

Eppure…

Leggendo con attenzione il romanzo e, soprattutto, le relative righe esplicative il Nostro dà l’impressione di aver omesso i (veri) concetti politico-economici che stanno alla base dell’omicidio del povero Alberto Zorzi: parità aurea; sistema dei cambi fissi; Accordi di Bretton Woods.

Certo: chi scrive è, come suol dirsi, “ignorante in materia” e, pertanto, fa proprio l’invito dell’Autore affinché il lettore si informi per bene…

Eppure…

È vero: Il sigillo dei tredici massoni è un romanzo e, come tale, va letto e considerato; ciò non toglie che abbia il pregio di fungere da sprone per ricerche e approfondimenti su argomenti non così campati per aria.

Punto 1) – bis: e i personaggi? Sono convincenti?

Come scritto sopra a proposito del punto 2): chi scrive è tentato di rispondere affermativamente.

Se, soprattutto, la killer Eva appare in alcuni frangenti quasi soprannaturale, per poi cadere nel fin troppo umano, menzione d’onore va fatta a Luca Zorzi, capace fino in ultimo di abbindolare chiunque (d’altra parte, con una moglie come la signora Lucrezia)!

Forse discorso diverso andrebbe fatto per Lorenzo Fossati: può un magistrato inquirente sparire dalla sera alla mattina, senza lasciare traccia? Soprattutto senza che chi di dovere non muova osservazioni? Mah…

Che altro aggiungere?

Ribadito ancora una volta che siamo, in ogni caso, in presenza di un testo di fantasia… Buona lettura!