Intime simmetrie
come trame lucenti
e complesse
sono le parole tra noi.
Dissolvono muri
di dubbi e domande feroci
e stupiti ci consegnano
alla luce del mattino.
Ma chi
scivolerà per primo
nel tempo che ci imprigiona
tra un sempre e un mai?
Così mi perdi
nella cupezza della mia anima
per ritrovarmi, a sera,
nel cobalto di questo cielo
mentre, di nuovo,
sussurro parole
che sono musica e richiamo
per chi, come noi, divora
il tempo dell’abbandono.
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Mi chiedi
Di guardarti
Ancora… sempre
E ti guardo
In questo tempo d’amore
Che non ci appartiene.
Distillo per te
Un desiderio
Un respiro
Un abbraccio.
La piazza vuota
Mi rimanda echi lontani
Di canti
Bandiere
E profumo di tigli.
Nei vicoli stretti
Finisco i miei passi.
Lì
Tra le pietre antiche,
mi sorprendono le tue braccia
e un lento delirio tra noi.
Tienimi stretta
Ma non abituarti
Ai miei umori selvaggi
Prima che i venti dell’Isola
Mi portino su rotte dimenticate
Con voli arditi
Di aquile solitarie
Di cieli lontani
Dove la mia nostalgia
S’arrende.
Lascia le mie mani
Toccare la tua pelle
Per scrivere
Una memoria ardente di noi
In un tempo
Sospeso e desiderato.