Recensione di “L’estate alla fine del secolo”

“L’ ESTATE ALLA FINE DEL SECOLO” di Fabio Geda

DALAI EDITORE

Anno pubblicazione: 2011

Pagine: 285

Genere: narrativa

Recensione a cura di Antonella Raso

Siamo nell’ estate del ’99 del secolo scorso e, a causa di una grave malattia che ha colpito il padre, l’adolescente Zeno incontra il nonno materno Simone, che credeva morto, e trascorre con lui un’intera estate.

Si crea un legame che dapprima pare impossibile, ma si fortifica col tempo trascorso insieme.

“Le parole sono un carburante per la vita; quando mancano, non sappiamo a cosa dare fuoco per far muovere le ossa.”

La lettura scorre fluida: si alternano capitoli dove nonno Simone racconta in prima persona la vita da ebreo perseguitato, e il diritto di vivere con quel senso di colpa per essere sopravvissuto agli orrori della shoah che lo porta ad isolarsi dal resto del mondo, persino dagli affetti più cari; e altri in cui Zeno espone le sue fragilità adolescenziali.

“L’esistere non ha sottotitoli e non ha prequel: solo istantanee sfocate.”

Un racconto di due vite in parallelo, ma che si snoda in un lasso temporale di quarant’anni.

Con uno stile suggestivo, e con garbo, Geda ci propone un romanzo di grande sensibilità, anche se i temi trattati – quali la morte, il suicidio, la malattia – non sono stati affrontati in profondità ma celati nella leggerezza del testo.

Personalmente, posso consigliarne la lettura: è un gran bel libro, coinvolgente.

“La vita, per chi racconta storie, è come il maiale: non si butta mai via niente.”

Voto 100