Recensione a “PER NIENTE AL MONDO” romanzo di Ken Follett

“PER NIENTE AL MONDO” romanzo di Ken Follett

Edizione cartacea – Prima edizione novembre 2021

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Iniziamo dalle critiche.

Come è possibile che un libro di 700 pagine, pubblicato da una delle più importanti case editrici del Paese, scritto da uno degli autori più importanti a livello mondiale sia privo non solo dell’indice ma, tenendo conto della trama ove si muovono più soggetti in mezzo Mondo, anche di una legenda con nomi e ruoli?

Come accennato, Per niente al mondo è un corposo romanzo suddiviso in cinque parti, oltre al Prologo. Il titolo di ogni Parte è dato dal livello di allerta in cui si trovano a operare le forze armate statunitensi: da DEFCON 5 – il livello di allerta più basso a DEFCON 1 – Guerra nucleare.

Per niente al mondo è più storie che si sviluppano in più parti del Mondo – Ciad; Stati Uniti d’America; Cina; Corea del Nord e del Sud; Giappone – intrecciandosi fra loro in un effetto domino che porterà alla guerra nucleare.

È il Follett della Trilogia del Secolo – è lui stesso, nella nota introduttiva al romanzo, a spiegare come l’idea di questo libro gli sia venuta svolgendo ricerche per la Trilogia – acuto osservatore delle dinamiche politico-militari proprie delle varie forme di governo, dalla dittatura alla democrazia, che scrive. E il risultato finale di quest’opera è credibile.

Follett muove sulla scacchiera capi di stato e di governo, loro staff, agenti segreti, guerriglieri, trafficanti di droga e di esseri umani, senza perdere la bussola. Addirittura precorre i tempi, immaginando che Presidente degli U.S.A. sia una donna.

E donne sono altre co-protagoniste del narrato: la Presidentessa della Corea del Sud; l’agente della C.I.A. operante in Ciad; la vedova che vuole abbandonare il suo paese (il Ciad) per dare a suo figlio un futuro migliore.

Donne di potere sì; soprattutto, donne come quelle della porta accanto: ecco la crisi coniugale anche se sei il Comandante in Capo degli USA; ecco la storia d’amore con il collega anche se sei della C.I.A. e lui appartiene ai Servizi francesi.

Ma pure gli uomini di potere non se la passano bene: Follett mette a nudo le fratture esistenti fra conservatori e progressisti in quel mondo chiuso ai più che è la Cina; e che dire del capo supremo della Corea del Nord?

Sono tanti gli scenari che il lettore è chiamato a seguire e il buon ritmo narrativo aiuta a “saltare” con cognizione di causa dal Nord Africa all’Estremo Oriente all’America del Nord. Poi, certo, qualche passaggio, qualche evento appare forzato, un po’ troppo cinematografico. Ma è il prezzo da pagare per un’opera di questo tipo. Così come qualche rivolo di trama, più romance che altro (e, perciò, fuori contesto), poteva evitarsi, alleggerendo così il numero di pagine del libro, senza, però, perdere di vista l’obiettivo finale.

Per niente al mondo può, anzi, a mio avviso, deve essere letto come un avvertimento, un prestare attenzione a ciò che si decide nelle “stanze del potere e del comando”: Follett dimostra, ripetiamo, in modo credibile, come da un vile attentato in un Ciad posto sotto l’ombrello franco-statunitense sia possibile arrivare a una guerra nucleare fra le cosiddette grandi potenze. E, ovviamente, nessuno vuole ciò. Speriamo.

Buona e attenta lettura.