Recensione a “L’Usignolo” romanzo di Kristin Hannah

 

“L’Usignolo” romanzo di Kristin Hannah

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Ci sono romanzi che riescono a toccarti nel profondo dell’ anima e che difficilmente riuscirai a dimenticare: è il caso del pluri-acclamato L’Usignolo di Kristin Hannah.
Il libro racconta gli orrori della Seconda Guerra Mondiale attraverso le vicende di due sorelle, Viviane e Isabelle, nella Francia occupata dai nazisti. Mentre gli uomini sono tutti al fronte a combattere, tocca a esse condurre la loro personale battaglia per la sopravvivenza, e ciò su più fronti, contro nemici terribili come la fame e il freddo, oltre ai nazisti.
Le due protagoniste sono molto diverse tra loro. Una, ribelle, affronta la guerra in prima linea con eroismo, facendo passare il confine con la Spagna, attraverso i Pirenei, ai soldati inglesi e americani accidentati in Francia e mettendoli in salvo; l’altra, applicando una resilienza inimmaginabile, oltre l’umana sopportazione, e, al contempo, assecondando il grandissimo senso materno che la pervade, cercando di salvare tanti bambini ebrei, divenuti vittime sacrificali di un odio senza alcuna logica.
Tanti autori si sono cimentati a scrivere dei tempi di guerra, ma pochissimi come la Hannah sono riusciti a creare personaggi che si fanno portatori di sensazioni forti come la paura, il dolore, l’umiliazione, la fragilità, la rassegnazione ma anche il coraggio, la speranza e la voglia di ricominciare a vivere, specie dopo lo sbarco degli Alleati in Italia, che ribalta le sorti della guerra.
Un romanzo storico potente dove si avvicendano e si intrecciano sapientemente i fatti salienti del conflitto bellico alle vite delle due donne, dando vita a uno scritto toccante e commovente che, con stile semplice ed evocativo, impreziosito da descrizioni accuratissime e immagini vivide, va dritto al cuore del lettore.
L’Autrice non vuole solo narrare le atrocità della guerra ma anche celebrare le donne, in una sorta di inno alle donne che lottano, coraggiose come fossero uomini ma spesso poco considerate.

Le donne vanno avanti. Per noi è stata una guerra nell’ombra. Non ci sono state parate per noi quando è finita, nessuna medaglia o menzione nei libri di storia. Durante la guerra abbiamo fatto ciò che dovevamo, e quando è cessata, abbiamo raccolto i cocci e ricominciato le nostre vite da capo.

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