“L’ira di Dio” romanzo di Costanza DiQuattro
Recensione a cura di Alessandra Ottaviano
11 gennaio 1693: l’ira di Dio si abbatte sugli abitanti di Ibla, piccolo borgo del Val di Noto. È uno degli eventi sismici più distruttivi e deflagranti della storia d’Europa ma, da quell’evento catastrofico, e dalle conseguenti macerie, risorgerà la perla barocca patrimonio dell’Unesco che conosciamo oggi. Viva testimonianza della Sicilia che non si piega e si rialza più forte e più bella di prima.
Sullo sfondo di questo drammatico evento storico l’Autrice ci narra le inquietudini del protagonista, il parroco della chiesa dell’Itria Bernardo Arestia Corbara, appartenente a un nobile casato. Bernardo è un uomo sovversivo, fatto prete per costrizione, e non per vocazione, dalla sua famiglia.
Anni di rabbia covata e aperto risentimento verso un’esistenza sprecata e sofferta: si sentiva tradito dal mondo, dagli affetti che tali non si erano rivelati e dalla vita.
In questo preciso stato d’animo Bernardo conosce Teresina, anche lei bastonata dalla vita: se ne prende cura e tra i due nasce una relazione non troppo clandestina che porta il suo frutto, il frutto del peccato.
Bernardo è in lotta con se stesso e vive nel peccato con la sua famiglia proibita e, per questo, si sente di essere stato punito da Dio. Il terremoto causa perdite inenarrabili:
Poi cadde il silenzio, plumbeo, schiacciante, insostenibile, nel breve spazio di un miserere Ibla aveva cessato di esistere.. ognuno combatteva una guerra indipendente, contro le proprie macerie, contro il proprio dolore
Ancora una volta Costanza Di Quattro ci incanta con la sua prosa elegante dalla forte potenza descrittiva, raccontandoci una Sicilia carnale, densa di profumi, sapori e dialetti, popolata da personaggi immaginari, bizzarri, dai sentimenti travagliati e sofferti.
Un viaggio nella Sicilia del XVII secolo, dove si mescolano fede, passione e tragedia in una storia originale dal finale che ha il sapore della redenzione e della speranza.