“Io sono Marie Curie” romanzo di Sara Rattaro
Recensione a cura di Alessandra Ottaviano
Provate ad immaginare per un attimo di essere una brillante scienziata, insignita di due premi Nobel e a essere la prima donna ad avere una cattedra alla prestigiosa Sorbona di Parigi in un epoca che fatica ad accettare il genio femminile.
E proprio la fatica e il coraggio trasudano dalle pagine del nuovo romanzo di Sara Rattaro che ci narra della vita di Marie Curie, che del suo lavoro di scienziata ha fatto il fulcro della sua esistenza.
La protagonista ha dovuto affrontare difficoltà fin dalla giovinezza a Varsavia, nella Polonia occupata dai russi, dove alle donne non era permesso intraprendere studi universitari, e questo la spinge ad andare a Parigi per realizzare il suo sogno. Qui conosce Pierre Curie, professore e animo affine che sposa nel 1895 e dal quale avrà due figlie, ma un bruttissimo incidente stradale glielo strapperà via troppo presto.
Marie è ancora troppo giovane per rinunciare all’amore che, prepotentemente, bussa di nuovo alla sua porta: Paul Langevin, collega ed ex allievo del suo defunto marito, ma sposato e padre di quattro figli.
La loro relazione è uno scandalo nella Parigi benpensante dell’epoca. Una donna non può godere delle stesse libertà di un uomo. A causa di ciò le viene impedito di ritirare di persona il suo secondo Nobel e viene screditata pubblicamente, ma lei non si dà per vinta: è perfettamente conscia che il suo essere donna rappresenta l’ostacolo più difficile da superare per vedersi riconosciuti i suoi meriti.
Oggi è solo un altro giorno in cui essere una donna vale meno dell’essere un uomo.
In questa storia, romanzata ma ampiamente documentata, Sara Rattaro ci restituisce la figura di una donna caparbia e grande scienziata che resta un esempio di come le donne abbiano dovuto lottare per affermare la propria identità e il proprio ruolo nel mondo.
Per la tematica trattata, l’alta morale della storia e lo stile semplice ma coinvolgente, lo farei leggere nelle scuole alle studentesse.