“IL GRANDE GATSBY” romanzo di Francis Scott Fitzgerald
Titolo originale: The Great Gatsby
Traduzione dall’inglese di Fernanda Pivano
2025 Edizione speciale per Gedi News Network S.p.A.
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Capolavoro. È questa la parola frequentemente associata a questo romanzo centenario di Francis Scott Fitzgerald.
Ma cosa significa “capolavoro”?
Consultando uno dei più noti dizionari della lingua italiana scopriamo che “capolavoro” non ha una definizione univoca, bensì può alternativamente indicare: la migliore opera di un artista; opera eccellente nel suo genere; manufatto od opera eseguita da un operaio o da un artigiano per dimostrare il grado di abilità raggiunto [tratto da “LoZingarelli 2022 Versione Base – Vocabolario della lingua italiana – lemma “capolavoro”].
Orbene, tali definizioni sono davvero associabili al Gatsby di Fitzgerald?
Qualche perplessità sussiste…
Ma procediamo con ordine: che cos’è Il Grande Gatsby? Di cosa parla?
Beh, essendo, come accennato, testo centenario, ormai di segreti ne cela ben pochi, anzi, nessuno. Abbiamo sostanzialmente quattro centri che reggono la trama: Nick Carraway [voce narrante e testimone vivente degli accadimenti narrati]; Daisy Buchanan [cugina in seconda di Nick, amore mai dimenticato di Gatsby] e suo marito Tom Buchanan [famoso giocatore di polo; grezzo, razzista, altezzoso]; George Wilson [titolare di un garage/autofficina; figura grigia] e sua moglie Myrtle [amante di Tom Buchanan; infelice; la sua morte darà il la alla tragedia finale]; infine lui, Jay Gatsby, al secolo James Gatz, protagonista e motore del narrato.
Nelle feste sontuose, ma anonime; nel lusso sfrenato privo di logica apparente di Gatsby è facile vedere la vita di F. S. Fitzgerald e di sua moglie Zelda, il loro desiderio di emergere, di far vedere; e così come l’impalcatura creata da Gatsby per riconquistare l’amata crollerà su se stessa vittima (forse) inconsapevole di intrecci amorosi mal visti da un destino beffardo (sadico?), anche il percorso di vita costruito da Fitzgerald, complice la malattia di Zelda, sarà destinato al fallimento.
È inutile girarci intorno; e qui ci si ricollega al concetto di capolavoro riferito dai più a Gatsby: miliardari dal passato oscuro, che ostentano, meglio, che usano, ciò che hanno per i fini più diversi ne sono sempre esistiti e sempre ne esisteranno. Poi, chissà, Fitzgerald è stato bravo a cogliere l’attimo giusto per offrire, dal “di dentro”, al lettore il quadro di una simile vita. Ma nulla più. Probabilmente oggi Gatsby/Fitzgerald vivrebbero su qualche rivista patinata di gossip o sarebbero i prezzolati ospiti-opinionisti di qualche programma televisivo come Grande Fratello et simila…