Recensione di “Walden. Vita nel bosco”

“WALDEN. VITA NEL BOSCO” di Henry David Thoreau

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Riscoperto grazie al film “L’attimo fuggente” (titolo orginale “Dead Poets Society”) nel quale vengono declamate le parole:

Volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, vivere in modo così risoluto e spartano da sbaragliare tutto quanto non fosse vita

“Walden. Vita nel bosco” è un libro complesso: saggio, diario, trattato naturalistico…

In effetti, già nella seconda di copertina (dell’Edizione in commento: Donzelli Editore – 2005) si legge:

E tuttavia è il testo da cui oltre un secolo dopo prenderanno le mosse i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo… Tra le righe in cui la penna di un maestro mette in scena la semplicità della vita tra i boschi, scopriamo anche perché Thoreau è l’autore cui si ispireranno Ghandi e le controculture contemporanee, che lo rileggeranno e lo rielaboreranno, criticandolo sì, ma assumendolo come punto di partenza.

Figura di spicco del cosiddetto “Rinascimento Americano” e allievo di quel Ralph Waldo Emerson che in “Fiducia in se stessi” del 1841 scrisse: “Sull’architrave della mia porta vorrei scrivere: Talento.”, di Henry David Thoreau si può dire tutto tranne che non fosse un Grande.

Se un uomo non tiene il passo dei suoi compagni, forse è perché sente un tamburino diverso. Che marci secondo la musica che sente, qualunque ne sia il ritmo o comunque sia lontana. Non è importante che maturi insieme al melo o alla quercia.

Ancora:

Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non deve andare perduto; è lì che dovete stare. Ora metteteci sotto delle fondamenta.

(In quegli anni Walt Whitman scriveva: “Io canto l’individuo, la singola persona/Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa.”  Un caso?)

Rispetto a Whitman, Thoreau va oltre, spingendo l’individualismo agli estremi:

Trovo salutare essere da solo per gran parte del tempo. Essere in compagnia, anche dei migliori, è spesso stancante e fatuo. Amo essere da solo. Non ho mai trovato un compagno che mi desse tanta compagnia come la solitudine. Per lo più siamo più soli quando usciamo tra gli uomini che quando restiamo nella nostra camera. Un uomo che pensa o lavora è sempre solo, lasciamolo stare dove vuole.

Thoreau è un Grande, un Grande…scomodo:

Per me un uomo non è un uomo buono perché mi dà da mangiare se sono affamato, o mi riscalda se sto congelando, o mi tira fuori da un burrone se dovessi mai cadervi dentro. Posso trovarvi un cane Terranova che farebbe lo stesso. La filantropia non è amore per il prossimo nel senso più ampio… Non ho mai sentito di una riunione filantropica in cui si proponesse sinceramente di fare del bene a me, o a quelli come me… Assicuratevi di dare ai poveri l’aiuto più necessario, anche se sarà il vostro esempio a lasciarveli dietro

(Sempre in “Fiducia in se stessi” Emerson scriveva: “La virtù più ricercata è il conformismo. La fiducia in se stessi ne è la piena antitesi. Il conformismo non ama la vera realtà né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini. Chiunque voglia essere un uomo deve essere un anticonformista. Chiunque voglia cogliere palme immortali non deve farsi intralciare dal nome della bontà, ma deve indagare se di bontà si tratta. Niente è sacro al di fuori dell’integrità della mente. Assolvi te stesso e avrai il consenso del mondo.”).

Ovviamente “Walden. Vita nel bosco” è molto di più.

Quelle sopra riportate sono solo alcune delle riflessioni che il buon Thoreau ha affidato a noi lettori (ricordando che: “I migliori libri non vengono letti neppure da coloro che sono chiamati buoni lettori”…).

Tuttavia, a onor del vero, molte pagine di “Walden” appaiono stucchevoli: le infinite descrizioni di ambienti, fauna, flora, finiscono per appesantire la lettura distogliendo il lettore dal messaggio in esso contenuto:

Non è il cibo che entra in bocca a profanare l’uomo, ma l’appetito con cui lo si mangia.

Henry David Thoreau finisce, così, per essere il miglior recensore di se stesso.

Ne discende che l’unica chiusa all’altezza del suo Autore non può che essere:

Piuttosto che amore, soldi e fama, datemi verità”.

P.S. “Walden, or Life in the Woods” venne pubblicato a Boston il 9 agosto 1854. 9 agosto 1854.