Recensione di “Sul lato selvaggio”

“SUL LATO SELVAGGIO” di Tiffany McDaniel

Recensione a cura di Serena Donvito

“È questa la famiglia nella quale io e mia sorella siamo cresciute. Un trio di donne che avrebbero potuto essere regine se non fossero rimaste troppo a casa, in una buca che pareva ogni giorno più profonda. Io emia sorella sembravamo sempre in attesa del momento in cui le tre donne della nostra famiglia si sarebbero sollevate come le montagne che erano in potenza, lasciando che il sole si posasse sui loro picchi e consentisse di vedere da vicino la roccia della quale erano fatte. Montagne così alte da scalfire il globo terrestre e regnare su di esso.”

Questo è il terzo libro di Tiffany McDaniel che leggo, e credo di aver ormai esaurito le parole per descrivere la bellezza dell’arcobaleno che racchiude quest’autrice nella sua penna.

La storia è ispirata a fatti realmente accaduti a Chillicothe, in Ohio, dove, tra il 2014 e il 2015, decine di donne sono sparite nel nulla per essere poi ritrovate morte sulle rive di fiumi e torrenti. Le vittime erano principalmente donne con problemi di droga e dedite alla prostituzione, circostanze che hanno rallentato le indagini perché inizialmente venivano catalogate come morti per overdose.

È questo che ci racconta la McDaniel.

Inizia con l’infanzia di Arc e Daffy, bambine amate dalla nonna, ma trascurate da genitori entrambi tossicodipendenti.

“A chi puoi parlare dei demoni, quando i demoni sono proprio le persone che dovrebbero prestarti ascolto?”

Seguiamo il loro percorso fatto di solitudine, abbandono, innocenza violata, voglia di riscatto.

La Mc Daniel fa sognare i suoi personaggi mentre vivono nell’incubo. Forse ciò che fa più male è proprio quello, l’apparente naturalezza con cui accettano il dolore.

“Disegnammo anche lei, la nonna, e perfino nostra madre e nostro padre. Gli mettemmo un sorriso sulle labbra perché era un disegno, e quando disegni non sei tenuto a dire la verità. È questa la libertà dell’arte: poter essere migliore della realtà.”

Allucinazioni e deliri permeano le pagine di questo romanzo crudo e dolorosamente vero.

Era da un po’ che non mi capitava di leggere libri come quelli della McDaniel, privi di filtri, coraggiosi, oscuri, che ti risucchiano in un mondo fatto di dolore che cerca però di equilibrare con i sogni.

“Rimetti i fili nel quadrato, Arc. Fa’ diventare bello il lato selvaggio.”