“SOPRAVVISSUTI. LE SORTI DELLA GUERRA LE DECIDE CHI DECRETA LE REGOLE DELLA PACE”
“IL CONFINE DEL NULLA. IL MARGINE SOTTILE DI QUELL’ISTANTE CHE PROFUMA DI ETERNITÀ”
Entrambi di Mirca Ferri.
Recensione a cura di Beniamino Malavasi.
Il Mondo di Mirca Ferri.
I recensori, quelli bravi, selezionano un testo, lo leggono, lo sviscerano ed espongono le loro riflessioni.
Fatto:
Qui la recensione a “Indagini dell’anima”
Qui la recensione a “Nella nebbia controcorrente”
Ma noi del Circolo Fozio non ci accontentiamo, siamo ambiziosi, vogliamo andare oltre, capire a fondo l’autore/rice preso/a in esame.
Ecco perché ciò che proponiamo agli Amici del Circolo sono pensieri in libertà – ma non troppo- scaturiti terminata la lettura di entrambi i libri di Ferri.
Da dove partire? Esiste almeno un punto di contatto tra le due Opere?
La risposta è positiva ed è la stessa Autrice a fornircelo: la notte.
“La notte ricorda il tempo del sogno
Del bisogno di gettarsi le coperte del silenzio
Con la città che riposa
Con l’ebrezza che si fa sposa
E lo sguardo lucido a fissar l’avanti
Come a gettar con rabbia la carta
Scrivendo coi guanti”
(da “Il confine del nulla.”)
“La notte è di classe.
Non è una proposta di dibattito: è un’affermazione categorica, una convinzione certa.
Non appena cala il sole e la cecità si fa largo tra le strade le categorie umane si dividono.
La notte è realismo spietato capace di annullare qualsivoglia trucco e rappresentazione artificiale.”
(da “Sopravvissuti”).
Già, la notte.
Mirca Ferri ama esplorare, scavare, ciò che non è immediato, apparente, bensì quello che è notte, da intendersi non solo come “Tempo durante il quale una località non è illuminata né dal Sole, né dalla luce solare diffusa dall’atmosfera terrestre” (definizione tratta dal vocabolario della lingua italiana “Lo Zingarelli 2000”) ma, anche, se non soprattutto, l’ombra, l’oscurità (cattiveria?) che è in noi.
Ombra, oscurità, in tutte le loro declinazioni, ivi inclusa la solitudine.
Non per nulla, ne Il confine del nulla troviamo scritto:
“Non abbiate fretta. La nostra meta è una meravigliosa solitudine da conquistare insieme.”
“Solitudine da conquistare insieme”: un ossimoro che colpisce e fa riflettere.
In realtà, tutte le pagine di Ferri, anche quelle (solo) apparentemente più “lievi”, sono una costante riflessione, a volte amara, a volte dura – si pensi a “Il peso delle parole” in Il confine del nulla o a “Leggera come una piuma” in Sopravvissuti – un martellante interrogarci: ma anche noi siamo così?
Mirca Ferri è da leggere, ma non a cuor leggero: le sue parole richiedono un approccio mentale diamantino, una costante interfaccia tra il suo messaggio e il nostro io.
Perché, in fin dei conti, i Sopravvissuti siamo noi:
“Affamati d’amore e privi di cordoglio ma che hanno imparato a sognare nell’alba di ogni nuovo mattino.”
Buone e istruttive letture e prestate attenzione ai sottotitoli di entrambi i libri…