Recensione di “Se Arianna”

“SE ARIANNA” di Anna Visciani

Recensione a cura di Antonella Raso

AUTORE: Anna Visciani

EDITORE: Giunti editore

Anno di pubblicazione: 2014

160 pagine

Sono da sempre un’appassionata lettrice di storie vere, e questo libro ha lasciato in me un groppo in gola.

Ho scoperto per caso questo romanzo su un Gruppo Facebook, e in un giorno l’ho letto.

Mi è arrivato a casa il 13 marzo e, a proposito di caso, il 13 marzo è il compleanno di Arianna.

Un segno? Chissà….

Anche la libellula in copertina mi ha colpita molto (la libellula è molto importante per me e a essa sono molto legata): un insetto dal portamento così regale e leggiadro è rappresentato con nastro adesivo sulle ali.

La libertà negata, il movimento negato, la costrizione, la sofferenza per cause di forza maggiore, non volute da lei.

Quando abbiamo la fortuna di vivere nella normalità, lo diamo per scontato, litighiamo per sciocchezze, viviamo in un mondo che ci risucchia totalmente nel vortice del consumismo, non apprezziamo più la vita.

Quattro piccole lettere, V I T A, che racchiudono il tutto.

Questa è la storia di Anna, di Davide, di Alice, di Daniele ma, soprattutto, di Arianna, la primogenita, che, però, non è in grado di raccontarci il suo punto di vista.

A seguito di una complicanza in gravidanza la piccola Arianna riscontra delle gravi menomazioni a livello cerebrale, e un momento di gioia, quale dovrebbe essere il parto, si trasforma in ansia, angoscia e dolore.

Da quel momento in poi la vita ruota tutta attorno ad Arianna, ogni scelta è legata alla sua disabilità.

“Mia figlia è “handicappata” solo perché in italiano non esiste un’altra parola che esprima così sinteticamente ed efficacemente il concetto.

“Handicap” è un vocabolo preso dall’ippica e definisce una corsa di cavalli in cui alcuni concorrenti partono all’inizio della gara posizionati a differenti distanze o gravati da pesi. Lo scopo è offrire a tutti le stesse probabilità di successo, quindi sono i più veloci a essere penalizzati. Per estensione il portatore di handicap è colui che alla partenza ha una condizione sfavorevole rispetto agli altri.

Mi piace questa similitudine, perché per Arianna è stato proprio così: è partita svantaggiata nella sua corsa della vita.

Un romanzo non facile, scritto a “otto mani”, dove ogni membro della famiglia dà testimonianza di come possa essere difficile, ma anche ricca di amore, la vita con una persona portatrice di handicap.

La scrittura mi ha coinvolta sin dall’ inizio, non c’è vittimismo, ma molta umanità e dignità.

Andando avanti nella lettura ho capito che Anna è una donna coraggiosa, non nasconde le sue debolezze, la stanchezza, la sua rabbia; e, nonostante tutto, ha deciso di avere altri due figli: io non so se ci sarei riuscita…

È un tema molto difficile e personale da trattare, bisogna esserci dentro per poter capire.

“Io non so se l’ho fatto per coraggio, per incoscienza o forse solo per egoismo, per dimostrare a me stessa e al mondo intero che ero capace di fare anche un figlio sano. Non so quanto di narcisistico ci sia nel cercare un riscatto a una ferita tanto profonda del proprio io.”

Concludo con un ringraziamento: grazie Anna per aver aperto le porte del tuo mondo, mi hai fatto emozionare e comprendere molto, oltre a conoscere tramite le pagine di un libro Arianna e le persone magnifiche che ne accompagnano la quotidianità.

Voto 100/100