Recensione di “Rasputin”

“RASPUTIN”

Recensione a cura di Serena Donvito

“Rasputin, misterioso, settario, fantastico, ipnotizzatore, dominatori dei sensi e delle volontà femminili, si rivela anche come ministro un’eminenza grigia assai pericolosa, intrigante e diligente, macchiavellico e perspicace, con il quale la Duma, l’Okhrana, gli uffici e le ambasciate sono costretti a misurare la loro potenza.”

Questa è la prima lettura che faccio riguardante questo personaggio così controverso, e ho apprezzato molto il modo in cui l’argomento è stato gestito.

Tutto inizia con un approfondimento storico precedente l’arrivo di Rasputin. Ci viene raccontata la vita di Nicola II, della moglie Alessandra, e di qual è stato l’evento che ha aperto le porte di Tsarskoye Selo a Rasputin, permettendogli di insinuarsi nella vita dello Zar e dell’Imperatrice prendendo poi parte attiva anche nelle questioni politiche.

Il libro si divide in sezioni e ognuna di esse approfondisce le varie fasi della vita di quest’uomo che, da semplice contadino, si è trasformato in una figura capace di soggiogare gli umili e i potenti. Senza alcun giudizio, riporta fatti e si avvale di supposizioni per le parti su cui non esistono prove certe. Pur non trattandosi di un romanzo, l’esposizione coinvolge e appassiona senza risultare mai pesante.

“La vera politica russa non è quella che si rivela negli incontri ufficiali e nelle contrattazioni segrete. Nicola, se vi figura, cerca altrove i consiglieri sicuri, e Alessandra che non separerà mai gli affari di Stato da quelli del focolare domestico, glieli cerca fra i ciarlatani o i visionari che si illudono di poter ottenere dalle potenze occulte la nascita del figlio desiderato.”