Recensione di “Rapido per l’inferno”

“RAPIDO PER L’INFERNO” di James Howard

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Dura la vita di Michael “Mike” Gavin: divenuto barbone volontario per non pagare gli alimenti alla ex moglie, i casi della vita gli fanno assumere l’identità di un famoso killer: il “Turista” (vero nome: Gerald Welsh o, anche, Phil Ross…); peccato che quest’ultimo, all’insaputa di tutti, o quasi, sia stato, a sua volta, assassinato (da chi?).

Dura la vita di Dickerson Rawlin, ispettore capo della stazione ferroviaria centrale di Los Angeles. Pignolo, egocentrico, considera un’onta personale la morte di un uomo nella “sua” stazione; soprattutto, non tollera che qualcuno viaggi “a sbafo” su uno dei “suoi” treni…

Dura la vita di Lurher Merrik, avvocato con molte ombre e nessuna luce, al quale la vita non arriderà…

Dura la vita di Carol Spence (bionda) e di Charlotte Dubinski (o Carla Ludec; rossa): bellezze conturbanti, attratte dal “Turista” (o da Mike Gavin?), ma, alle quali, il Destino regalerà strade diverse tra loro…

Dura la vita di James Howard, autore di Rapido per l’inferno, romanzo anni ’60 del Novecento ambientato su un treno rapido di lusso lungo la tratta Los Angeles – Denver; un noir con venature da commedia sofisticato-psicologica che non convince appieno, specie nel poco lineare e affrettato finale.