Recensione di “Quando le montagne cantano”

“QUANDO LE MONTAGNE CANTANO” di Nguyn Phan Quế Mai

Recensione a cura di Serena Donvito

“Ma, a quindici anni, non potevo capire come la guerra l’avesse fatta a pezzi, trasformandola in una persona completamente diversa prima di risputarla fuori dalle sue fauci. Non potevo capire perché gridasse nel sonno, blaterando di proiettili, esplosioni, fuga disperata e morti. Diceva parole che non comprendevo. E non comprendevo nemmeno per quale motivo il nome di mio padre avesse un suono così triste quando lo pronunciava.”

Il titolo, la copertina e la trama di questo libro non sono state sufficienti ad anticiparmi ciò che vi avrei trovato.

Quando le montagne cantano riporta una storia dura e crudele ma, anche, piena di coraggio e determinazione.

La guerra in Vietnam e tutti i suoi orrori sono ben descritti.

La riforma agraria ha letteralmente distrutto la vita di Diêu Lan e della sua famiglia, costringendola a fare scelte davanti cui nessuna donna e madre vorrebbe mai trovarsi.

La bestialità umana raggiunge il suo apice quando fa branco, guidata dalla cattiveria e dall’ignoranza. Lo fa ancora oggi, anche se si è cambiata d’abito, a dimostrazione che la storia, ahimè, non ci ha insegnato niente.

Detto ciò, mi è mancato qualcosa. Nonostante in genere questi argomenti abbiano su di me un effetto devastante, non sono riuscita a provare empatia o commozione. La storia mi ha incuriosita e ho letto con interesse, ma la sfera emotiva è rimasta intatta.

“Non volevo raccontarti della sua morte, ma io e te abbiamo visto abbastanza distruzione e violenza da sapere che c’è solo un modo per parlare della guerra: onestamente. Soltanto con l’onestà, possiamo conoscere la verità. E nel cercare la verità sui giapponesi, ho letto quanto più ho potuto su di loro. Ho scoperto che, durante la seconda guerra mondiale, le truppe giapponesi picchiarono, ferirono e uccisero migliaia migliaia di persone in tutta l’Asia. Più leggevo, più le guerre mi facevano paura. Le guerre avevano il potere di trasformare in mostri popoli colti e civili.”