Recensione di “Pecore matte”

TITOLO: “PECORE MATTE”

AUTORE: Maria Tarditi

Brevi note bibliografiche Autrice: Maria Tarditi è nata a Monesiglio (Cuneo) il 25 agosto 1928. Ha insegnato nella scuola elementare dal 1946 al 1989. Dal 1949 risiede a Pievetta, frazione di Priola (Cn).

EDITORE: ARABA FENICE

Pagine: 253

Recensione a cura di Antonella Raso.

Pecore matte, pubblicato nel 2001, è il primo libro di Maria Tarditi.

Lo acquistai alcuni anni fa proprio alla “Fiera del tartufo” di Alba e così, per puro caso, scoprii questa scrittrice, che nella vita è stata una grande insegnante.

Caratterizzato da un buon uso di termini dialettali e da una scrittura fluida, questo è un romanzo di formazione, ambientato in alta langa piemontese; la protagonista, Nuccia, racconta la sua vita, partendo dall’infanzia.

I libri di Maria Tarditi mi appassionano tutti. Descrivono un’antica quotidianità, quella che anche i miei nonni hanno vissuto: gli anni antecedenti alla guerra, la vita nelle campagne dove si viveva a giornata, il duro lavoro dei campi, poi la guerra, la disperazione, la morte e, infine, la rinascita.

“A febbraio non avevamo più grano, né legna per scaldarci. Tutti i giorni polenta, e senza la carità di zio Carlo non avremmo avuto neanche quella.”

Nuccia è una bambina di appena otto anni quando si ritrova senza genitori e deve diventare donna in fretta per badare ai suoi fratelli.

La presenza costante della nonna e del fratello Luigi le danno quella sicurezza e quel conforto che il Fato le ha negato.

Con l’arrivo della guerra, e il conseguente arruolamento degli uomini, servono braccia forti nei campi. Luigi non si lascia scappare l’occasione e, lavorando duro come manovale, riesce ben presto a racimolare un bel gruzzoletto che garantirà benessere alla famiglia per molto tempo.

“Luigi mi chiamò nel seccatoio, mi fece vedere un nascondiglio, ne cavò una scatola, dentro vi era un mazzo di banconote arrotolate! Le trentamilalire!!! Finalmente ci possiamo tirare su le brache”

Nuove vicissitudini accompagnano, nel bene e nel male, questa famiglia; molto importante è il ricordare la comunità: fulcro della vita di paese di un tempo, che aiuta ma, allo stesso tempo, soffoca; che dà ma, allo stesso tempo, toglie.

Esistenze vissute davvero al margine della povertà ma, nonostante tutto, tra dolore e speranze, la vita va avanti con una grandissima dignità.

“La mia casa fiorita accoglie una donna felice.”

Voto: 100