Recensione di “Olive Kitteridge”

TITOLO: Olive Kitteridge

AUTORE: Elizabeth Strout

CASA EDITRICE: Fazi Editore

DATA EDIZIONE: 2 luglio 2009

LINGUA: italiano

TIPO COPERTINA: flessibile

PAGINE: 383

Recensione a cura di Antonella Raso.

Elizabeth Strout è una scrittrice statunitense; con Olive Kitteridge ha vinto: il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2009; il Premio Bancarella nel 2010 e il Premio Mondello nel 2012. Dal libro è stata tratta una mini serie televisiva.

Olive Kitteridge è una raccolta di racconti, strutturata in forma di romanzo.

La vicenda si svolge per lo più nell’immaginaria cittadina di Crosby, nel Maine, dove vive Olive, ex insegnante di scuola e moglie del farmacista.

I tredici racconti rappresentano momenti temporali anche lontani tra loro, e si concentrano sia sulla famiglia di Olive, composta dal marito Henry e dal figlio Cristopher, sia su altri personaggi della piccola comunità; con la particolarità che, in ogni racconto, aleggia la presenza della protagonista.

Sono storie spesso malinconiche, di rottura tra i rapporti affettivi e sociali, di tradimenti, sia consumati sia desiderati, dell’avanzare dell’età e la paura della morte, dove Olive rappresenta alla fine un punto di riferimento per la sua comunità.

“C’erano momenti, proprio come quello, in cui Olive avvertiva chiaramente la forza disperata con cui ogni abitante di questo mondo lottava per ottenere ciò di cui aveva bisogno. Per la maggior parte di loro si trattava di un senso di sicurezza nel mare di terrore in cui sempre più si stava trasformando l’esistenza. La gente riteneva che l’amore avrebbe fornito quella sicurezza, e forse era vero.”

Mi è piaciuto moltissimo lo stile della Strout: scrive divinamente, la lettura scorre fluida, sa connettere in modo geniale aspetti descrittivi e stati d’animo.

Come detto, i racconti sono tutti legati da quel filo conduttore che è la protagonista, e ciò lo fa diventare un vero e proprio romanzo unico.

A parer mio, il personaggio di Olive può apparire poco apprezzabile, molto scorbutico, scontroso, a tratti imponente; ma sotto la corazza vi è un cuore grande, disposto ad ascoltare e a farsi in quattro per la comunità.

“Ci si adatta alle cose, senza in realtà abituarsi.”

Devo dire che gli autori statunitensi mi piacciono parecchio e la Strout è stata una piacevole scoperta: questo è stato il suo primo libro che ho letto e sicuramente non sarà l’ultimo.

Voto 100/100