Recensione di “L’eredità di Eszter”

“L’EREDITÀ DI ESZTER” di Sàndor Màrai

Recensione a cura di Serena Donvito.

“Forse dipende dal tempo, che non mi ha risparmiata, dai ricordi, che sono spietati quasi quanto il tempo, da uno strano tipo di grazia che viene elargita, secondo gli insegnamenti della mia fede, anche agli indegni e ai ribelli, o forse dipende semplicemente dall’esperienza e dalla vecchiaia, ad ogni modo posso affermare che aspetto la morte con serenità. La vita mi ha colmata di doni meravigliosi e mi ha privata di tutto… Cosa posso aspettarmi ancora? Devo morire, perché questa è la legge e perché ho compiuto il mio dovere.”

Questo libro è il viaggio nella vita di una donna che una vita sente di non averla mai realmente avuta. Ha vissuto di rimpianti, ricordi, amarezze.

“Mi resi conto che la morte è assoluzione e pace. Soltanto la vita è lotta e disonore. Com’è stata strana quella lotta! Ho fatto di tutto per mettermi in salvo. Ma il nemico continuava a seguirmi.”

Si è chiusa in un mondo composto quasi esclusivamente da lei e da Nunu, presenza pressoché materna. Un vortice gelato ha imprigionato il suo cuore, le delusioni inaridito la parte della sua anima che desiderava l’amore, un uomo le ha tolto la possibilità di credere ancora.

Questo è un modo di leggere la storia.

L’altro potrebbe essere che il destino si è messo contro un uomo e una donna che si amavano, che avevano bisogno l’uno dell’altra, con tutti i difetti e i deliri di entrambi.

“Devi sapere che le persone non sono legate tra loro soltanto dalle parole, dai giuramenti e dalle promesse, così come non sono i sentimenti o le simpatie a stabilire quali siano i rapporti più autentici. Esiste qualcosa di diverso, una legge più dura e rigorosa che impone a questa o a quella persona di sentirsi intimamente legata un’altra… Come due complici. È stata questa legge a determinare il mio legame con te.”

Poi possiamo dire che la donna, dopo anni, si è fatta nuovamente ingannare, non per ingenuità, ma aiutata dalla lucida consapevolezza che quell’amore, seppur sbagliato, era tutto ciò che voleva, aspettava, che le rimaneva, e che voleva provare a viverlo, pur conoscendone la reale natura.

– Tu mi capisci, Nunu? – domandai.

– Ti capisco, cara, certo che ti capisco – rispose e mi abbracciò.

Oppure possiamo dire che l’amore vince su tutto, nonostante tutto.

Ecco l’ulteriore bellezza che caratterizza questo libro: la capacità di confondere, a seconda degli occhi di chi sta leggendo e del suo personale vissuto.

La scrittura è scorrevole, elegante, violentemente intensa.

Ho riflettuto molto sul suo contenuto, e le considerazioni sono contrastanti. Quale delle due situazioni possibili è quella reale? O forse ce n’è una terza che non sono riuscita a vedere?

È una storia che scalda, commuove, e che sì, in alcuni tratti fa anche male. È un libro assolutamente da leggere, perché al di là della storia specifica narrata, ha la capacità di dar vita a riflessioni intense a cui non ci si può sottrarre.