Recensione di “L’attentatrice”

“L’ATTENTATRICE” di Yasmina Khadra

Recensione a cura di Serena Donvito.

Amin è un chirurgo rispettato che vive e lavora a Tel Aviv.

In una giornata che sembra più o meno simile alle altre, mentre è in ospedale con i colleghi, sente un boato, e la spiegazione arriva subito: un kamikaze si è fatto esplodere all’interno di un ristorante.

Al termine di quella giornata, passata a cercare di salvare vite, Amin viene informato del ritrovamento del cadavere di sua moglie, Sihem. L’incubo dell’uomo è solo all’inizio, perché subito dopo gli comunicano che la responsabile dell’esplosione, l’attentatrice che dà il titolo al libro, è proprio Sihem.

“Quando l’orrore bussa, colpisce sempre dritto al cuore.”

Non so cosa mi aspettassi esattamente da questo libro. Forse dei salti temporali che facessero vivere il racconto anche con gli occhi di Sihem, che l’Autore usasse lei per farci comprendere cosa l’ha condotta a diventare una kamikaze, o, al massimo, che si servisse dei ricordi di Amin. Invece no, perché Sihem non la viviamo mai in prima persona, e Amin non riesce a rimettere insieme i pezzi, a individuare un punto di rottura. Quindi, questo libro diventa un viaggio nel dolore per Amin, un ripercorrere letteralmente le strade percorse dalla moglie, per trovare delle risposte.

Con la mente confusa viviamo gli stati d’animo dell’uomo che ora sembra capire e accettare ma, l’attimo dopo, risprofonda in una crisi senza via d’uscita.

C’è davvero una motivazione comprensibile per cui una donna moderna, emancipata, realizzata e felice della sua vita, sia disposta a farsi saltare in aria all’interno di un ristorante e far trovare la morte a diverse persone innocenti tra cui dei bambini?

È il terzo libro che leggo di questo Autore, e ciò che continuo a trovare è una visione assolutamente imparziale delle situazioni. Non giudica mai, fa vivere i suoi personaggi secondo le loro ideologie, li fa confrontare e interagire senza cercare di adattare l’uno all’altro. Non cade mai nel tranello della faciloneria, cerca di analizzare le realtà da ogni punto di vista, la espone per spingerci alla riflessione e a trovare noi, la nostra collocazione, senza influenzarci con teorie o giudizi preconfezionati.

Analizza i popoli, le loro realtà, il loro credo; ci mostra tutto, passo passo, e ci lascia liberi di decidere.

“Il bambino corre più veloce del dolore, più veloce del destino, più veloce del tempo… ‘E sogna’, gli intima l’artista, ‘sogna di essere bello, felice e immortale’… Come liberatosi dell’angoscia, il bambino corre sul crinale delle colline battendo le braccia, il visetto raggiante, le pupille in visibilio e si lancia verso il cielo, trascinato dalla voce del padre: ‘possono toglierti tutto, le proprietà, gli anni più belli, ogni tua gioia, ogni tuo merito, fino all’ultima camicia. ti resteranno sempre i tuoi sogni per reinventare il mondo che ti hanno negato’.”