Recensione di “Lamè. Delitti in abito buono”

“LAMÉ. DELITTI IN ABITO BUONO.” Di Gaia Conventi.

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Titolo intrigante che raccoglie dieci racconti…

No: racconto, specie nella sua accezione classica di “componimento letterario in prosa”, pare riduttivo. Meglio: veri e propri romanzi, composizioni dall’intreccio avventuroso e, soprattutto, dalle vicende complesse, brevi.

Dieci romanzi brevi, dunque; dieci esercizi di stile nei quali l’Autrice si cimenta, quasi giocando, con i registri propri del noir, declinato nelle sue accezioni più o meno forti.

Se con “La morte scivola sotto la pelle”, “Giona nel fuoco”, “Gelido giaciglio”, è il gotico a farla da padrone, in “Libera dai libri” ci si sposta nell’ambito psicologico della dipendenza… dai libri.

Già, i libri, la cultura: hanno anch’essi un lato oscuro?

Conventi non ha dubbi al riguardo e sembra divertirsi a portare il lettore laddove non si sarebbe mai immaginato: il già citato “Libera dai libri”, “Il mi tributo al signore delle mosche”; soprattutto “Ugo e Parisina amanti dei libri sbagliati”, ambientato nella Biblioteca Ariostea di Ferrara, vede un centro del sapere (e relative creature) ben diverso da quello che si penserebbe essere…

L’Autrice non ha remore a prendere il lettore per la giacchetta facendogli immaginare una situazione per poi ribaltarla nella pagina seguente: “Indagine in Santa Maria in Vado” e “Il vestito del morto” ne sono un esempio. Il passaggio dal normale al macabro è repentino e spiazzante.  “Sangue sulle giunchiglie”, giusto per rimanere in tema, ne è l’esatto opposto…

E se “L’abito buono” del titolo non fosse altro che un tentativo di mascherare uno dei peggiori sentimenti dell’essere umano – la vendetta?

I già citati “Il mio tributo al signore delle mosche” e “Gelido giaciglio” e, perché no, “Oni, il demone”, potrebbero dare risposte interessanti al riguardo.

Brava Gaia Conventi: dieci tesi, dieci testi non banali che consigliano di tenere un occhio aperto dietro le spalle e di dormire con la luce accesa; ovviamente senza fidarsi di alcuno, a cominciare dai propri congiunti.

Buona lettura!