Recensione di “La luna e i falò”

“LA LUNA E I FALO’” di Cesare Pavese

Recensione a cura di Antonella Raso

“La luna e i falò” è un romanzo che ha come punto focale il ritorno di un uomo – chiamato Anguilla – dall’America al suo paese natale; un uomo che, in questo paese, era servitore e lavoratore terriero di una famiglia facoltosa e che, come molti, scappò dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

Lo stile dell’Autore, in certi tratti, è accattivante, la lettura scorre piacevolmente; in altri si fatica ad andare avanti. In ogni caso ho gradito molto l’uso di termini dialettali tipici delle zone in cui vivo.

Purtroppo non c’è un grande approfondimento della psicologia dei personaggi: ciò che viene messo in risalto maggiormente sono il contesto del paese, la differenza tra le classi sociali, le rovine che la guerra ha lasciato dietro di sé.

Questo romanzo viene definito da molti un capolavoro ma, a mio avviso, non è così: ho avuto modo di leggere diversi autori cuneesi e devo dire che una Maria Tarditi, a mio avviso, a livello di scrittura, è certamente paragonabile a Pavese.

Nonostante tutto rimane un bel libro.

“E Nuto a dirmi: – Cosa credi? la luna c’è per tutti, così le piogge, così le malattie. Hanno un bel vivere in un buco o in un palazzo, il sangue è rosso dappertutto.”